Dal
mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV secolo d.C.)
Oro e argento sono da sempre i metalli
simbolo del potere e della ricchezza e ad essi è stato associato un forte
significato cerimoniale legato sia alla vita che alla morte.
La storia degli argenti risale al III
millennio AC, epoca alla quale inizia lo sfruttamento delle miniere ubicate in
Asia minore (Anatolia), per diffondersi poi verso la Grecia e l’occidente in
generale. I primi esempi di argenteria di elevato livello qualitativo risale al
XVI secolo a.C. con epicentro a Creta, sede della civiltà micenea.
I manufatti in argento e oro rimasero
comunque molto rari per tutta l’età del bronzo, fino agli inizi del XIX
secolo AC.
Già nel VII secolo AC venivano prodotte in
Grecia coppe basse e larghe di notevole bellezza, lisce o con scanalature e
decorazioni a cesello, ma ancora di eccezionale rarità.
Tesoro
aureo di Valchidran Basso Danubio, VIII secolo AC
(Il portale sulla Bulgaria)
Coppa ad anse rivettato in argento e oro (dalla necropoli di Camiros) –
Rodi, 650-600 AC
(Museo del Louvre)
Coppa
a costole in argento – Francia fine del VII – inizio del VI secolo AC
(Museo del Louvre)
Ben più fiorente era la produzione
contemporanea in Etruria, specialmente di recipienti votivi legati al culto
della morte, per lo più vasellame, anfore e coppe poco profonde munite di
manici, lisce o decorate a sbalzo o a cesello con parti ottenute a fusione. I
decori erano in genere semplici con frequenti scene di caccia.
La produzione nell’età classica in Grecia
aumenta attorno al 500 AC e si diversifica a seguito dello sfruttamento di
nuovi depositi di argento. Gli oggetti più frequentemente ritrovati, oltre a
quelli già citati, sono elmi e corazze (nelle tombe degli uomini) e gioielli
(nelle tombe delle donne). Interessanti sono i Rithon, recipienti per
libagioni a forma di corno chiusi in basso da decorazioni e figure zoomorfe.
L’argenteria assume forme e lavorazioni di tutto rispetto con parti finemente
sbalzate e cesellate ed applicazione di decorazioni a fusione, soprattutto
teste umane saldate poste nella parte dove il corpo del recipiente è saldato
ai manici.
Notevoli quantità di argenteria di
elevatissimo livello tecnico (gioielli, corone, piccoli piatti, parti di armi e
finimenti per cavalli, brocche, vasi a due manici (a volte raffiguranti figure
umane o animali), anfore allungate con coperchio, colini, dischi lucidati a
specchio), sono state rinvenute in Macedonia, Bulgaria, Russia meridionale,
Turchia ed Egitto, tutte risalenti al periodo del Primo Ellenismo (320-200 AC)
e di produzione macedone.
Tesoro
aureo di Panaghiurishte, piatto ornato con teste in rilievo - Provenienza
ellenistica, IV-III secolo AC
(Il portale sulla Bulgaria)
Vasi
di epoca tolemaica 332 - 30 AC (Museo
del Louvre)
Dopo il 200 AC la produzione Greca si rivolge
principalmente al mercato romano con comparsa dei modelli che saranno popolari
nei primi anni dell’Impero, come oggetti da mensa, coppe, versatoi, ciotole
senza piede, boccali, piatti ornati, con complesse lavorazioni a sbalzo e
cesello.
Ciotola
in argento dorato, Parti, 200 -100 AC
(Paul Getty Museum)
Piatto
in argento dorato, Parti, 100 -1 AC
(Paul Getty Museum)
Ben documentate sono le argenterie di tipo
domestico del primo secolo DC, comprendenti piccoli bicchieri e grandi
recipienti per il vino, centrotavola, coppe a una o due anse con o senza
manici, contenitori cilindrici di vario tipo, piatti da portata con medaglioni
centrali ed anfore sia lisci che decorati a sbalzo raffiguranti personaggi
mitologici, scene di vita quotidiana o di importanti avvenimenti storici.
Ryton
in argento dorato e parti in vetro, Parthian, circa 50 AC - 50 DC
(Paul Getty Museum)
Tesoro
di Boscoreale. Vettovaglie in argento rinvenute in una villa romana alle
pendici del Vesuvio
sepolta
dell’eruzione del 79 DC). Fine del I secolo AC, prima metà del I secolo DC
(Museo del Louvre)
Coppa
a due manici
Coppa
a due manici
Coppa
a due manici
Coppa
a due manici
Sottobicchieri
Coppa
a due anse
Recipiente
con manico in argento
Ligula
(cucchiaio)
Coppa
ad emblema
Coppa
con piede ed anse
Coppetta
ovale
I pochi reperti risalenti al II e III secolo
DC indicano un radicale cambiamento di tecnica realizzativa, con una prevalenza
della fusione che portava all’ottenimento di oggetti con pareti di notevole
spessore.
Anfora
in argento dorato, Roma, 300 – 500 DC
(Paul Getty Museum)
Coppa
a collare in argento parzialmente dorato – Francia, III secolo DC
(Museo del Louvre)
Di notevole numero sono i ritrovamenti del
periodo tardo romano IV e V secolo DC, sia in Italia che nelle Provincie,
principalmente della Gallia e della Britannia. Prevalgono brocche e fiasche con
piede di forma allungata e corpo ovoidale o a bulbo a volte con coperchio
incernierato, calici poco profondi e a base molto larga e splendidi vassoi
(usualmente di forma poligonale) lavorati prevalentemente a cesello (sia a
caldo che a freddo) con scene allegoriche e di vita quotidiana o anche di
derivazione sacra, molti ancora caratterizzati da un medaglione centrale. Le
iscrizioni sono spesso con lavorazione a "niello" (vedi Tecniche
di lavorazione) che si incontra in maniera più
frequente che nei manufatti più antichi, così come la doratura ottenuta con
tecniche complesse. Prevalgono forme angolari e disegni geometrici, motivi ad
intreccio, nastri e motivi vegetali, scanalature ondulate, ma non mancano
ornamenti a rilievo applicati per fusione o sbalzati a martello. Tra i modelli
dell’epoca sono anche da annoverare cofanetti, cucchiai con bulbo ovoidale
molto allungato e manico quadrato o tondo, larghe coppe di limitata profondità
con scanalature radiali o spiraliformi, coppe a bordo sporgente.
Coffanetto
reliquiario in argento con tracce di doratura – Italia, metà del V secolo DC
(Museo del Louvre)
L’avvento dell’età bizantina (VI e VII
secolo DC) sancisce la fine dell’antichità, ma a parte i cambiamenti nella
simbologia cristiana con predominanza di ornamenti a forma di croce, della
figura di Cristo e degli apostoli, i modelli i decori e le lavorazione restano
praticamente gli stessi. Si osserva tuttavia una diversificazione degli oggetti
di uso liturgico come calici a forma semisferica uniti ad una base svasata da
un raccordo sferico, patene, cofanetti, reliquari, incensieri e flabelli, ma
anche candelieri, lampade sospese e croci da processione.
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