menustoria
Dal
mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV
secolo d.C.)
Il
Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo)
Il
Gotico (XIII - XIV secolo)
Il
Rinascimento ed il Manierismo (XV - XVII secolo)
Il
Barocco (1600-1725)
Il
Rococò (1725-1760)
Il
Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)
Lo
stile Regency (1790 – 1830)
Il
periodo vittoriano (1830 - 1880)
Il
movimento Arts & Craft (1880-1920)
l'
Art Nouveau (1880 – 1920)
L’Art
Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)
Sintesi
cronologica degli stili
I
revival del XIX secolo
Il
Barocco (1600 - 1725)
Le
opere dei primi anni del XVII secolo degli argentieri di origine olandese Adam
e, specialmente, Paul Van Vianen rappresentano il primo esempio di rottura
netta con il manierismo verso uno stile del tutto particolare fatto di volute,
di forme esasperatamente irregolari nel decoro e di un magistrale abbinamento
dello sbalzo ad altorilievo accanto a quello a bassorilievo, con finiture a
cesello ad incisione "a piatto" (il già nominato flat cheasing)
per i motivi figurati. Questa esasperazione delle grottesche sbalzate con forte
effetto tridimensionale generalmente ottenute da un’unica lastra d’argento,
è noto come stile auricolare.
Lo
stile auricolare resta in voga, per opera di Christian figlio di Adam, che
lavora presso la corte di Inghilterra per Carlo I e, successivamente alla
restaurazione della monarchia, per Carlo II (dal 1660). In Inghilterra,
tuttavia, lo stile auricolare divenne, molto rigido con profusione di cartigli
e cornici racchiudenti le scene a sbalzo. Molti elementi, come i manici dei
boccali, erano realizzati a fusione e i disegni, nonché gli stampi, vennero
utilizzati da numerosi argentieri.
In
Inghilterra la produzione di oggetti di uso comune non era in realtà mutata
significativamente né in stile né nei modelli che restano molto semplici e
risultano a volte scarsamente distinguibili, se non dai marchi di garanzia, da
oggetti di epoca cinquecentesca o addirittura anteriore.
Accanto
ai motivi auricolari non mancavano quasi mai, e si andarono sempre più
affermando con il tempo, le decorazioni naturalistiche, a predominanza floreale
(le più utilizzate nel XVII secolo), anche in seguito ad un impulso
scientifico che portava a registrare e catalogare tutte le forme naturali. Sia
i decori auricolari che floreali evidenziavano una grande maestria
nell’esecuzione tecnica e la buona realizzazione della foglia d’acanto (il
decoro tipico dei capitelli corinzi) era un requisito fondamentale per ogni
buon argentiere della seconda metà del XVII secolo.
Cofanetto
in argento stampato e legno – Francia, circa 1630 (Museo
del Louvre)
L’imporsi
di questo nuovo stile floreale, a volte accompagnato da fanciulli, animali e
figure mostruose, sancisce l’inizio dell’era barocca propriamente detta. Le
prime avvisaglie di un deciso cambiamento di stile, con comparsa di volute a
"S" ed a ricciolo e figure a tutto tondo, che davano ai manufatti una
parvenza tridimensionale, si ha in Italia attorno al 1630-1640.
Coppia
di brocche in argento, bronzo dorato e smalto – Spagna inizio del XVII secolo
DC (Museo
del Louvre)
Tankard
in argento dorato – Bâle, Peterhans II Segesser, 1610
(Museo del
Louvre)
Alcuni
vasi liturgici di questo periodo prodotti in Inghilterra sono in chiaro stile
neogotico sull’onda di un inasprirsi dei rapporti tra i seguaci della chiesa
cattolica fedele a Roma ed i puritani. Vengono anche prodotti alcuni calici in
stile tardo gotico soprattutto sulla scia delle idei del Vescovo di Oxford
Launcelot Andrewes che era in aperto contrasto con gli stilemi del
protestantesimo, ma il tutto naufragò con la guerra civile e la decapitazione
di Carlo I.
Molti
argenti di grande ricercatezza prodotti in Inghilterra durante il regno di
Carlo I (1625-1649), tra cui molte opere di Christian Van Vianen andarono
inesorabilmente distrutti durante la guerra civile (1642-1649). Durante il Commonwelth
di Cromwell
la produzione di argenteria divenne molto semplice e
"puritana", ma la poca considerazione dell’arte argentiera in
questo periodo era in gran parte dovuta alla precaria situazione socio
economica generata dalle conseguenze della guerra dei Trent’anni e dalle
guerre contro la Spagna. La conversione di oggetti in argento in denaro, sia
per vendita che per fusione, fu sistematica già in epoca antecedente la guerra
civile, e non sempre per le necessità della Corona, ma anche per racimolare
risorse per semplici ristrutturazioni (così come accadde a molti argenti di
proprietà della Workshipful Company of Goldsmiths). In questo
periodo venivano prodotti pochi oggetti come cucchiai, bicchieri e coppe
eucaristiche, per altro di stile molto semplice.
Con
la restaurazione della monarchia e la salita al trono di Carlo II (1660-1685),
la ripresa fu repentina, con l’avvento di un nuovo periodo di prosperità
economica ed il fiorire delle attività commerciali. Christian Van Vianen tornò
in Inghilterra come "orafo cesellatore di sua Maestà". Lo stile
auricolare e quello floreale a sbalzo continuarono ad imperare, anche se molte
realizzazioni, soprattutto quelle destinate ai privati, risentivano della
vacanza produttiva del periodo repubblicano ed erano di scarsa consistenza e di
qualità scadente. Le decorazione sono comunque differenti da quelle eseguite
negli ultimi anni del regno di Carlo I, sono più libere e piene e non rendono
a dare all’oggetto un aspetto "pesante". Queste furono applicate
soprattutto alle tazze a due manici con coperchio (caudle cups o porringers),
usate per bevande calde quali vino speziato e zuccherato o latte coagulato e
speziato.
In
questa situazione e con non poche resistenze della "Goldsmith
Company" gli argentieri ugonotti emigrati dalla Francia cominciarono a
lavorare a pieno titolo in Inghilterra e a portare una decisa innovazione
stilistica e qualitativa. Il primo di loro fu Pierre Harache, nel 1682, ma
molti dovettero lavorare senza poter accedere all’impressione dei
Marchi di
garanzia e molti
altri lavorarono presso argentieri inglesi che marcarono con il proprio nome le
loro produzioni, prima che artisti quali David Willaume e Pierre Platel
potessero accedere alla carriera fino allora riservata ai soli argentieri
inglesi e, a partire dal 1700, divennero gli argentieri predilette della nobiltà
e della borghesia.
La
"rivoluzione gloriosa" del 1688 che portò in maniera incruenta alla
deposizione di Giacomo II ed all’ascesa al trono dell’olandese Guglielmo
d’Orande (Guglielmo III) sfociò in un interesse per le produzioni di origine
francese. Il consolidarsi della democrazia parlamentare rese possibile un ampio
sviluppo economico del Regno con un conseguente distribuzione della ricchezza
meno ineguale che nel resto d’Europa.
La
quantità di argenteria prodotta durante il regno di Guglielmo III e Maria II
fu tale da generare una penuria di moneta circolante che veniva fusa per la
soddisfare le commesse. Fu per questo che nel 1696 il titolo dell’argento per
l’argenteria fu elevato da 925/1000 (lo stesso delle monete da conio) a
958,4/1000 (il cosiddetto Britannia Standard), operazione che per altro
non servì a limitare la continua e crescente domanda di argenteria.
In
tutta Europa l’influsso dell’architettura barocca sull’arte argentiera è
dirompente con l’uso di fregi, volute, cariatidi, accanto a pannelli sbalzati
di derivazione pittorica e scultorea, che nella pratica non rappresentavano
altro che gli interni dei palazzi.
Verso
la metà del XVII secolo i soggetti delle decorazioni erano in genere
allegorici e spesso tendevano ad esaltare la personalità di personaggi
importanti, raffigurati in atteggiamenti eroici o in scene mitologiche, in un
impulso che, anche se non definibile come neoclassico, rappresenterà un punto
di riferimento per le opere del neoclassicismo nel terzo quarto del XVIII
secolo.
Tankard.con
scena mitologica di combattimento - Germania XVII secolo DC
(Museo del Louvre)
Alcune
opere di questo periodo realizzate in Francia da Jean Le Pautre, pur essendo di
chiara derivazione barocca per maestosità, presentavano decori e motivi che
saranno tipici del Rococò tre quarti di secolo più tardi.
Verso
la fine degli anni ’70 del 1600 si ebbe un primo rifiuto delle forme barocche
più pesanti e scultoree, e si andò, in special modo sulla spinta
dell’artista francese Jaen Berain, verso decorazioni costituite da una piatta
trama a grottesche con nastri intrecciati, rosette, mascheroni, uccelli, gusci,
conchiglie stilizzate e festoni, racchiusi in volute con le varie parti
dell’ornamento tenute separate. Barain realizzò importanti pezzi di
argenteria per la corte di Luigi XIV, ma il suo merito fu quello di cogliere
l’esigenza di un più vasto pubblico interessato ad oggetti realizzati in
stile più semplice. Il più influente seguace di Berain fu Daniel Marot, al
servizio di Guglielmo d’Orange (Guglielmo III d’Inghilterra) a seguito
della revoca dell’editto
di Nantes (1685). La sua permanenza in Inghilterra ed
in Olanda e gli innumerevoli disegni di argenteria pubblicati, favorirono il
diffondersi di questo stile nei due paesi e, in seguito, in Germania.
Un
particolare movimento stilistico che si distingue nettamente dal barocco è la
cosiddetta "Cineseria", vale e dire l’utilizzo di forme di
provenienza orientale (soprattutto Cina e Giappone) nella decorazione degli
argenti. Questo stile fu di moda in Inghilterra e in Olanda negli ultimi
trent’anni del XVII secolo, sia per le importazioni di ceramiche cinesi, che
a seguito di pubblicazioni documentanti viaggi in Cina. In Inghilterra gli
argentieri utilizzarono la già citata lavorazione a cesello "a
piatto" (flat cheasing), allo scopo di riprodurre nel migliore dei
modi queste decorazioni. Questo stile ebbe una particolare fortuna in relazione
ad una nuova bevanda importata dall'oriente (il tè), e venne applicato a ogni
genere di argenteria come candelieri a muro, boccali e necessaire da toilette.
Anche le forme dei vasi e delle prime teiere prodotte in Inghilterra a partire
dall’inizio del XVIII secolo subisce una netta influenza orientale con
imitazioni dei modelli di porcellana di importazione. Un altro tipo di
decorazione di moda era l’applicazione di pannelli ottenuti a fusione
raffiguranti piccole figure e rami di ciliegio, generalmente su un fondo opaco.
Un’altra
caratteristica degli argenti Inglesi degli ultimi trent’anni del 1600, è lo
stile liscio, di cui la più famosa espressione è lo stile "Regina
Anna" (salita al trono nei primi anni del 1700). Per la verità oggetti
molto semplici in stile analogo vennero prodotti già dal XVI secolo,
soprattutto per questioni economiche in considerazione dell’elevato costo
delle decorazioni molto elaborate, ma generalmente venivano fusi per ottenere
altri oggetti ed è opinione comune che la grande abbondanza di reperti lisci
Inglesi rinvenuti in questo periodo sia dovuta a fatti del tutto fortuiti che
li hanno preservati dalla distruzione sistematica.
Ma
accanto agli oggetti di uso comune come piccoli e grandi bicchieri (ben presto
sostituiti da oggetti in vetro), tankard e boccali (che continuarono ad
essere prodotti fino a 700 inoltrato), in questa epoca furono realizzati anche
oggetti lisci di grande consistenza e qualità per committenti di tutto
rispetto. I migliori realizzatori erano gli artisti ugonotti, soliti ad
utilizzare argento di elevato spessore, esibendo una grande maestria
realizzativa ed inventiva, con la produzione di nuovi modelli tra cui i più
importanti e noti sono il balaustro, utilizzato soprattutto per candelieri e
porta spezie, ma anche per caffettiere, coppe e brocche ad elmetto, il manico
ad arpa, e la lavorazione a "cut card" (vedi
Tecniche
di lavorazione), ottenuta
applicando a fuoco al corpo del manufatto tessere di argento ritagliato e
lavorato a incisione o a cesello a piatto.
Anche
lo stile a tavola era molto cambiato rispetto alle epoche precedenti, con una
certa cura nel personalizzare stoviglie (che si cambiavano ad ogni portata) e
posate (che erano disponibili per ogni commensale), per le quali si tendeva ad
armonizzare la decorazione. Si utilizzano piatti da portata coperti e tazzine
per il cerimoniale dell’assaggio delle pietanze, vere e proprie zuppiere e
piccole saliere che sostituirono definitivamente le grandi saliere da cerimonia
del XVI secolo. Venivano prodotte enormi cisterne per l’acqua destinate al
lavaggio delle stoviglie, grandi fontane per acqua e vino, grosse fiasche
(dette "del pellegrino") che pare fossero utilizzate per il vino,
secchielli per il ghiaccio per raffreddare le bevande posti direttamente sulla
tavola, segno che era ormai tramontata l’abitudine di farsi servire il vino a
bicchiere dai serventi.
Cadono
invece in disuso le brocche con bacile per il lavaggio delle mani a seguito
dell’imporsi definitivo dell’uso della forchetta. I vassoi erano ancora
realizzati su stelo a forma di imbuto rovesciato e solo all’inizio del XVIII
secolo cominciarono ad essere prodotti con piedini di sostegno posti ai lati:
oggetti più adatti alla tavola che alla portata e che divennero presto anche
di uso ornamentale da esposizione, unitamente alle brocche con bacile e alle
coppe a calice che dall’inizio del XVIII conservarono solo questa funzione.
Nell’uso funzionale le coppe a calice furono sostituite sul finire del XVII
secolo dalle coppe a due manici con coperchio, derivate dai porringer e
dalle caudle cup, (vedi Storia
dei modelli) ma di
profondità maggiore e con piede più consistente.
In
Inghilterra e nelle colonie americane la moda di bere il punch portò
alla produzione di ampie coppe per contenere il liquore con manici ad anello
generalmente fissati al corpo del recipiente da teste di leone ottenute a
fusione, oltre a speciali mestoli per servirlo. Intorno al 1680 comparve il
cosiddetto monteith un’ampia tazza dal bordo ansato per potervi
fissare le basi dei calici così da raffreddarli con l’acqua ed il ghiaccio
posti all’interno dei recipiente. Alcuni modelli avevano il bordo ansato
staccabile per poterli convertire in coppe da punch.
Fin
dall’epoca di Guglielmo III, in Inghilterra era uso produrre tazze da
esposizioni e, in seguito, vassoi, con sigilli incisi, utilizzando i manici in
argento dei sigilli ufficiali concessi a chi aveva una carica di preminenza,
quando questi andavano fuori uso per la morte del sovrano o per il cambiamento
della carica.
Caffè,
te e cioccolata furono introdotti in Inghilterra in questo periodo Il primo
esemplare di caffettiera risale al 1681 ed è chiaramente una sgraziata
modifica di un tankard per la birra, con un beccuccio stretto e diritto,
che solo agli inizi del XVIII secolo viene convertito nel modello più
aggraziato a "collo di cigno", a volte di sezione poligonale. Le
cioccolatiere, realizzate a partire da 1685, erano distinguibili dalle
caffettiere solo per la presenza di un foro sul coperchio destinato
all’introduzione di un bastoncino per agitarne il contenuto. Il primo modello
a pera fu prodotto da Pierre Platel nel 1705.
La
prima teiera nota risale al 1670 (come la caffettiera sopra citata è
conservata al Victorian & Albert Museum di Londra): è molto simile
ad una caffettiera, e probabilmente solo un’iscrizione sul corpo che parla
espressamente di teiera ha portato a classificarla come tale. Il modello
successivo di teiera comparso in quegli anni era molto piccolo ed a forma di
zucca, derivante dai contenitori che i cinesi utilizzavano per il vino.
All’inizio del XVIII secolo diventano di forma a pera e, alcune, a globo, di
modello derivato dalla Cina, molto spesso con beccuccio a testa di uccello.
Le
tazze da te in argento sono rarissime, di forma semi sferica e prive di manici.
Le scatolette per il te erano di forma rettangolare o a vaso, utilizzate a
copie o gruppi di tre per contenere le due diverse qualità di te allora
utilizzato (te nero e te verde, più pregiato) e la terza dedicata allo
zucchero. Erano corredate da una chiusura a chiave, oppure riposte in
contenitori di mogano muniti di chiave, in considerazione dell’elevatissimo
costo del te in quell’epoca In alternativa lo zucchero era conservato in
scatolette basse o cofanetti simili a portagioie mentre le zuccheriera a forma
di ciotola non erano ancora in uso.
In
epoca Carlo II e Guglielmo III (dal 1660 alla fine del secolo) sono stati
prodotti in Inghilterra mobili o parti di arredi, accessori per camino,
bracieri, e appliques in argento massiccio. Il più completo di questi
arredi è conservato nel Castello di Windsor ed è parte delle collezione
reale.
Altri
oggetti in uso nella seconda metà del XVIII secolo sono i set da viaggio,
generalmente composti da bicchiere, forchetta, coltello, cucchiaio, arnesi per
estrarre il midollo e per la pulizia della lingua, e i servizi da toilette,
solitamente donati in occasione di matrimoni. Il servizio donato alla regina
Maria II da Guglielmo III in occasione del matrimonio è composto da 23 pezzi,
tra cui una brocca con bacile, candelieri, bocce per i profumi, cofanetti per
la cipria ed i pettini, uno smoccolatoio (oggetto per la manutenzione delle
candele) con relativo vassoio, una coppa, vassoi di varie forme e dimensioni,
scatolette tonde ed ottagonali per il trucco. Altri servizi comprendevano anche
accessori per la scrittura e tutto quanto serviva per consumare la colazione
nella camera da letto, usanza all’epoca molto in voga.
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