menustoria
Dal
mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV
secolo d.C.)
Il
Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo)
Il
Gotico (XIII - XIV secolo)
Il
Rinascimento ed il Manierismo (XV - XVII secolo)
Il
Barocco (1600-1725)
Il
Rococò (1725-1760)
Il
Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)
Lo
stile Regency (1790 – 1830)
Il
periodo vittoriano (1830 - 1880)
Il
movimento Arts & Craft (1880-1920)
l'
Art Nouveau (1880 – 1920)
L’Art
Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)
Sintesi
cronologica degli stili
I
revival del XIX secolo
Il
periodo vittoriano (1830 - 1900)
Quando nel 1837 la Regina
Vittoria ascese al trono si era già affermato un particolare
stile, piuttosto pesante e rozzo che univa alle forme del
Rococò motivi naturalistici e floreali, ma anche pesanti
motivi classici. Questo stile noto come "Primo vittoriano"
era il segno della decadenza in Europa delle arti figurative
in generale e dell’arte argentiera inglese in particolare.
L’Europa usciva distrutta
da una serie di eventi traumatici quali la rivoluzione
francese e le guerre napoleoniche, ed il clima sociale,
nonostante la forte propulsione delle nuove tecnologie, era di
fondamentale pessimismo e sfiducia. L’epoca dell’amore per
le arti e l’abitudine ai gran tour pareva tramontata.
Paul Storr, Benjamin Smith, Digby Scott, Rundell, Bridge e
Rundell, e gli altri artefici del sontuoso stile Reggenza si
erano ormai ritirati o erano alla fine della loro carriera,
né si intravedevano all’orizzonte artisti realmente capaci
di ridare slancio all’arte argentiera e, tanto meno,
committenti illuminati disposti a dar loro fiducia.
In Inghilterra la produzione
di argenti nel XIX secolo è stata superiore a quella di ogni
altro periodo storico, principalmente a causa del forte
incremento demografico susseguente la Rivoluzione
industriale. Nonostante già dalla
fine del XVIII secolo venissero prodotte parte di teiere,
caffettiere ed altri oggetti con l’utilizzo delle macchine
per soddisfare alle richieste delle nuove classi sociali, dall’inizio
del XIX secolo comparvero produzioni di serie di bassa
qualità nelle quali i simmetrici motivi neoclassici erano i
più semplici da riprodurre e quindi i più gettonati.
Nella sostanza, se si
esclude il movimento Arts
& Craft e
l' Art
Nouveau che
caratterizzarono i quarant’anni a cavallo tra XIX e XX
secolo, il periodo viittoriano, non si tradusse in un
particolare stile, ma in una serie di revival
più o meno riusciti di stili diversi e di movimenti estetici
non sempre innovativi. Nemmeno i tentativi della stessa Regina
Vittoria e del Principe consorte Alberto (fervido sostenitore
della tecnologia e della produzione di massa), di ridare
slancio alle arti con l’organizzazione delle Great Exhibition del 1851 e la fondazione del Museo di South
Kensington che poi divenne il Victoria & Albert Museum,
ebbero gli effetti sperati. Anzi, dal 1840, con i primi
brevetti di Elkington & Co di Birmingham per l’argentatura
galvanica, di costo decisamente più basso non solo dell’argento
ma anche del Sheffield Plate, che subì un repentino
declino, (vedi Il
Silverplate), la produzione di
manufatti, ormai accessibili a chiunque, depresse
ulteriormente i lavori e la qualità degli argentieri Inglesi.
Ma non tutta la produzione
era dozzinale e molte opere, realizzate per eventi particolari
come la Great Exhibition del 1851 o i pezzi
commissionati dalla corona, erano di grande qualità. Tra
queste spiccano quelle di Antoine Vechte, un francese emigrato
in Inghilterra dopo la rivoluzione del 1848, dove lavorò per
Hunt & Roskel, la ditta che raccolse l’eredità di Paul
Storr e John Mortimer. Le sue realizzazioni erano di tipo
figurativo e di grande complessità, notevolmente sbalzate
secondo lo stile in voga a cavallo tra il XVI ed il XVII
secolo. La stessa Elkiington & Co., forse per dare lustro
alla propria immagine fin troppo legata all’argentatura
galvanica, assoldò alcuni eccellenti disegnatori francesi,
tra cui Leonard Morel-Ladeuil e A.A. Wilms, che lavoravano sia
in stile classico che rinascimentale, producendo opere di
effetto, particolarmente considerate nelle esposizioni
internazionali tra il 1862 ed il 1873. Altri argentieri
seguirono questa strada, ma al di fuori delle esposizioni
internazionali, la produzione corrente rimaneva mediamente di
basso livello e di disegno progettuale alquanto inferiore a
quello dell’ormai lontano periodo Regency. La
produzione industriale tendeva ad appiattire verso il basso la
qualità e a uniformare i modelli. Dopo il 1851 sono pochi i
pezzi degni di nota prodotti e sempre di esecuzione
artigianale.
Per Rundell Bridge e Rundell
lavorarono anche gli argentieri londinesi John Angell, William
Bateman (uno dei figli di Hester Bateman) e la ditta Edward
Barnard & Sons, che realizzò per altri argentieri dieci
notevoli pezzi destinati alla Great Exhibition di Londra
del 1851. Nel 1843 alla ditta Rundell succedette Robert
Garrard eletto argentiere della corona,
Il Naturalismo, nato con il
Neoclassicismo, ed il revival del Rococò alimentarono
ancora di più l’amore per la natura, e le forme naturali,
utilizzate all’inizio solo per gli ornamenti, diventano tra
il 1825 ed 1850 anche l’ispirazione delle forme stesse dell’argenteria,
con la comparsa di coppe a forma di carciofo (Charles Thomas e
George Fox), di riccio di mare (John Bridge), bugie con porta
candela a campanella (Edward Barnard & Sons).
Molto particolari e tipiche
del primo periodo vittoriano sono le statuine in argento,
solitamente riproduzione di gruppi scultorei raffiguranti
scene classiche e mitologiche, ma anche soggetti animali come
i cani, da mettere in bella vista nella sala da pranzo.
Il Principe di Galles,
futuro Giorgio IV, antiquario dilettante, ebbe un ruolo
essenziale nel revival dello stile gotico, quando, nel
1820 commissionò un adattamento gotico al castello di
Windsor. Alcuni arredi del castello furono disegnati da
Augustus Welby Northmore Pugin. Probabilmente si deve al
giovanissimo Pugin il disegno della coppa dell’incoronazione
eseguita dalla ditta Rundall per il Re nel 1827. La coppa era
in perfetto stile gotico, tempestata di pietre preziose e fu
la prima di numerose opere in questo stile disegnate dall’artista
e realizzate da vari argentieri nella prima metà del XIX
secolo, tra cui alcuni notevoli pezzi conservati al Victoria
& Alber Museum di Londra.
Opere
di Augustus Welby Pugin (The
Victoria web)
Non sempre gli argentieri
che si dedicavano agli stili medioevali erano mossi dall’amore
per l’antiquariato. Alcuni, tra cui Pugin, erano mossi da
convinzioni religiose. Convertitosi al cattolicesimo nel 1835,
riteneva che il gotico fosse l’unico stile adatto ad un
paese cristiano sia per gli argenti ecclesiastici che profani,
tutte idee che andavano ad alimentare i diversi movimenti che
ritenevano il cattolicesimo la vera radice della chiesa
anglicana, con forte reazione della potente ala evangelica
della chiesa d’Inghilterra. Altro personaggio di rilevanza
per lo stile neogotico è l’architetto e antiquario William
Burges autore soprattutto di montature in argento per
ceramiche e vetri tra il 1865 e 1870.
Decanter
1865 - William Burges
(The Victoria web)
Coppa
con coperchio - William Burges, argentiere Barkentin &
Krali (1877) (The
Victoria web)
Stili come il veneziano ed
il cinese, conobbero un revival nel corso della prima
metà del XIX secolo. Altri, come l’egiziano, il moresco ed
il greco, già in voga all'inizio dell'800, si ripresentarono
tra 1l 1840 ed il 1880. Lo stile Rinascimentale ebbe un
revival nella prima metà del XIX secolo con una rinnovata
popolarità attorno al 1870 (vedi I
revival del XIX secolo).
A partire della
prima metà degli anni '60 del XIX secolo si osservarono i revival
del neoclassicismo del tardo XVIII secolo, con la produzione,
di teiere a tamburo e molti altri oggetti lavorati ad
incisione a bright cut e del cosiddetto stile Queen
Anne (regina Anna) che ebbe il suo apice tra il 1870 ed il
1890 (ma che si protrasse poi per tutto il regno di Edoardo
VII e nei primi anni di quello di Giorgio V), utilizzato
soprattutto per i servizi da tè, e gli accessori collegati.
Questo stile per la verità era presente nel repertorio di
Garrard fin dagli anni '30, più che una riproposta di modelli
del periodo Regina Anna (inizi del XVIII secolo) si ispirava a
modelli in voga all’inizio del XIX secolo. Un nuovo revival
del Rococò, in una forma spesso mista ai motivi del
Naturalismo, ma anche a quelli dello stile Regina Anna e dei
motivi rinascimentali, caratterizzeranno l’ultimo ventennio
del XIX secolo.
La produzione
di argenteria risentì pesantemente della depressione
economica iniziata verso la metà degli anni '70 del XIX
secolo e gli argentieri inglesi ebbero modo di lamentarsi per
l’impossibilità di utilizzare metalli "vili"
nelle produzioni degli articoli in stile "giapponese"
(noto anche come Aesthetic Movement) con inserti
colorati soprattutto in rame (diretta conseguenza delle
restrittive leggi sui Marchi
di garanzia che
consentivano di usare solo l’oro
in alternativa dell’argento) molto in voga nel periodo e di
monopolio quasi esclusivo nord americano (specialmente di
Tiffany). Oltretutto gli argentieri americani non dovevano
pagare il dazio sugli argenti in vigore in Inghilterra dal
1784 ed abolito solo nel 1890, il costo dell’argento grezzo
era considerevolmente aumentato nel giro di pochi anni (vedi Il
valore dell'argento nel tempo) e gli
oggetti realizzati in metallo argentato erano sempre più
diffusi ed economici.
Intanto con la diffusione
dell’illuminazione a gas ed in seguito di quella elettrica,
i grandi centrotavola con candeliere cedettero il posto alle
fioriere.
Hunt & Ruskell e Garrard
continuarono a produrre pezzi importanti ed in stile
tradizionale, ma non si presentavano più alle esposizioni
internazionali. All’esposizione del 1900 il principale
espositore inglese fu la Goldsmiths’ & Silversmiths’
Company che si avvalse degli innovativi lavori di William
Hutton & Son eseguiti su disegni di Kate Harris artista in
parte influenzata dall’Art Nouveau. Altre ditte di una certa
rilevanza come Elkington & Co., Mappin & Webb e Walker
& Hall (le ultime due di Sheffield) produssero occasionalmente
argenteria in stile moderno, ma la produzione corrente era di
tipo tradizionale. Al contrario molti e poco noti argentieri
di Birmingham lavorarono sull’Art Nouveau francese.
Esempi
di opere del tardo periodo vittoriano (The
Victoria web)
Nel 1899 Lasemby Liberty,
tentò di coniugare i disegni di alcuni artisti (tra cui
Archibald Knox) avviando un’attività nel campo del Cymric
Silver (letteralmente "gallese", con
riferimento allo stile celtico).
Il
revival celtico in Irlanda e lo stile Liberty (The
Victoria web)
Opere
di Archibald Knox (The Victoria web)
Anche in Scozia gli
argentieri si adeguarono ai nuovi stili, ma mantenendo sempre
produzioni tradizionali come i quaich (coppe a due
manici per libagioni). Dopo il 1850 lo stile scozzese ebbe un
periodo di particolare favore con produzione di oggetti
decorati con cardi (il simbolo della Scozia), corna di cervo e
castoni di agate e quarzi citrini (originari della Scozia ma
all’epoca importati dal Sud America). Il neogotico ebbe ben
poca presa e dopo il 1860 si produssero oggetti in stile
neoclassico. Particolare rilievo ebbe la cosiddetta Scuola di
Glasgow, per opera di numerosi artisti che si cimentarono con
successi nel campo del Cymric Silver, ma anche nei
modelli dell’Aesthetic Movement.
In Irlanda si osservò un
revival dello stile celtico dopo il 1850, oltre a molte
riproduzione del "calice di Ardagh (vedi Il
Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo),
forse il più famoso pezzo di argenteria irlandese, venuto
alla luce nel 1868.
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