menustoria
Dal
mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV
secolo d.C.)
Il
Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo)
Il
Gotico (XIII - XIV secolo)
Il
Rinascimento ed il Manierismo (XV - XVII secolo)
Il
Barocco (1600-1725)
Il
Rococò (1725-1760)
Il
Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)
Lo
stile Regency (1790 – 1830)
Il
periodo vittoriano (1830 - 1880)
Il
movimento Arts & Craft (1880-1920)
l'
Art Nouveau (1880 – 1920)
L’Art
Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)
Sintesi
cronologica degli stili
I
revival del XIX secolo
Il
Rococò (1725-1760)
Dopo la morte di Filippo d’Orleans (1723) in
Francia si andava consolidando, ad opera di Juste-Auréle Meissonier (nato a
Torino, e trasferitosi in Francia nel 1715), un nuovo stile che opponeva
all’opulenza e splendore del Barocco, la ricerca del diletto nelle forme e
nelle decorazioni artistiche, anche a discapito della funzionalità
dell’oggetto.
Il termine Rococò con il quale questo stile è
identificato deriva dal francese Rocaille la cui traduzione (roccia,
sasso) non rende appieno l’idea della sua vera essenza. Le caratteristiche
peculiari del Rococò sono le immagini legate al mondo acquatico, come
conchiglie, caverne, grotte, e della stessa acqua il cui fluire, cadere e,
soprattutto ruotare a mulinello, con la conseguente asimmetria che questo
genera, è l’essenza stessa del Rococò.
Meissonier realizzò pochissimi pezzi in
argento, per altro quasi tutti andati perduti, ma fu sostanzialmente un
disegnatore ed un creatore di modelli. In un suo disegno di un candelabro
risalente al 1728 compaiono già le forme caratteristiche del Rococò: figure
inserite in curve a spirale ed una base asimmetrica a cascata d’acqua. Una
delle poche opere sopravvissute, due zuppiere commissionate da un nobile
inglese nel 1735, rappresentano la quintessenza del Rococò, e sono realizzate
con due conchiglie di forma asimmetrica ottenute a fusione, riproducenti sulla
superficie l’effetto delle onde marine con gorghi e schiume, con abbondanza
di crostacei, ma anche di selvaggina e vegetali.
Nello stesso periodo in Inghilterra gli
argenti erano realizzati nel sobrio stile "Regina Anna", e seppur
sembrasse impossibile che uno stile tanto diverso potesse imporsi, il Rococò
arrivò con grande veemenza raccogliendo i favori degli argentieri che usavano
ispirarsi all’arte francese ed ai modelli realizzati oltre Manica
(specialmente i disegni di Meissonnier e di Pierre Germain), ma ricevendo un
indubbio contributo di vitalità che non era presente nelle opere francesi.
Portaspezie
in argento dorato, Paul de Lamerie - Londra, 1730 (Paul
Getty Museum)
Le prime tracce del Rococò in Inghilterra
appaiono nelle opere dell’argentiere ugonotto Paul de Lamerie, agli inizi
degli anni 20 del XVIII secolo. Nelle sue opere de Lamerie mescola gli elementi
marini tipici del Rococò con maschere naturalistiche, festoni di frutta e
fiori, grappoli d’uva e foglie di vite, figure di putti, il tutto realizzato
in modo che i riflessi della luce sulla superficie dessero l’impressione di
un continuo movimento. Tra gli argentieri di questo periodo che si cimentarono
con successo in questo stile citiamo l’ugonotto Paul Crespin, George Whickes,
Thomas Heming, Thomas Farrer e Nicholas Sprimont (nativo di Liegi e
trasferitosi in Inghilterra), dei quali sono noti esemplari di notevole
bellezza.
Rinfrescatoio
per vino in argento – Parigi, François-Thomas Germain, 1727-1728
(Museo
del Louvre)
Candeliere
in argento – Parigi, François-Thomas Germain, 1757
(Museo del Louvre)
Centrotavola
in argento – Parigi, François-Thomas Germain, 1758
(Museo
del Louvre)
Tra i motivi ornamentali tipici del Rococò
più utilizzati in Inghilterra vi è il "cartiglio" o
"cartuccia", che nei secoli precedenti era servito esclusivamente a
contenere stemmi araldici e che divenne un motivo ornamentale indipendente
(anche a forma di barca e di delfino) o contenente scene classiche, fregi in
stile "auricolare" della mitologia greca e scene silvane con putti,
amorini, uva, farfalle, lucertole ed insetti vari. Beccucci di teiere a forma
di cavallo che emerge dal mare, manici a forma di gambero, maschere umane,
leonine e canine e le verdure finemente modellate dei disegni di Meissonnier,
tra cui cavolfiori, carciofi, broccoli rape e sedano, che adornano innumerevoli
zuppiere Rococò e ne costituiscono spesso i terminali, sono i motivi che
accompagneranno questo stile nel periodo della sua massima popolarità.
Teiere e bollitori per l’acqua
assumono la forma di zucche e di meloni, ma non furono risparmiati nemmeno i
cestini, le lattiere, i cucchiaini per il tè, le salsiere, i calamai, le
salsiere e i grandiosi centrotavola (epergne) costituiti da un corpo
centrale al quale erano appesi cestini e portavivande.
Gli argentieri inglesi sono
famosi per aver colto i gusti e le aspettative dei committenti dell’epoca
che, talvolta, tendevano ad esasperare le già innovative forme del Rococò:
compaiono così serpi che si avvolgono attorno alle coppe (in un’opera di
Paul de Lamerie del 1737), una saliera con manico a sembianza di un grottesco
drago, un braciere con tre draghi (opera di Charles Frederick Candler del
1741), ma ancora una volta gli argentieri inglesi dimostrarono la loro
preferenza a lavorare su disegni di importazione, tanto che i motivi utilizzati
negli esempi citati, seppur opera di grandi argentieri, erano stati pubblicati
nel 1736 dal disegnatore italiano Gaetano Brunetti. Erano anche disponibili e
molto gettonate raccolte di cartigli opera di disegnatori francesi. Inoltre una
pubblicazione del 1753 che viene considerata la "bibbia"
dell’estetica Rococò in Inghilterra, è opera di George Michael Moser, uno
svizzero attivo a Londra e tra i più raffinati cesellatori del XVIII secolo.
Sono comunque noti anche disegnatori inglesi di notevole creatività, come John
Linnen e Thomas Johnson, nei cui disegni è evidente il gusto per le cineserie
che, mai del tutto uscita di moda dagli ultimi trent’anni del XVII secolo,
ebbero un forte revival in stile rococò tra il 1750 ed il 1760, con uno
dei principali artefici proprio in Paul de Lamerie con le sue scatolette per il
te con figure di portatori di balle di tè che camminano tra palmizi. Queste ed
altre immagini del tutto fantasiose comprendenti strani uccelli, indicano una
certa ignoranza dell’Oriente e della sua arte da parte degli argentieri
inglesi. Famoso e molto indicativo di questo revival è un impressivo tea
kettle (bollitore con fornello a spirito per l’acqua destinata alla
preparazione del tè) realizzato da Spimont nel 1745, che miscela li motivi
cari alla cineseria con quelli più tipici ed accattivanti del Rococò.
Occorre inoltre considerare che
un pezzo di argenteria viene solitamente attribuito all’argentiere a cui
appartiene il marchio impressovi, ma molto spesso, e soprattutto in presenza di
argentieri famosi con molte commissioni da soddisfare, gli esecutori materiali
delle opere erano gli apprendisti o altri argentiere alle loro dipendenze. I
lavori di cesellatura e modellazione erano con ogni probabilità eseguiti da
specialisti che lavoravano in proprio ed ognuno dei quali aveva un proprio
repertorio, che solo raramente firmavano le proprie opere. Tra i cesellatori più
famosi in Inghilterra che hanno lasciato la propria traccia sulle opere
eseguite citiamo Augustin Heckel, George Daniel Gaab, John Gastrell, Henry
Manley, John Valentine Haidt, Ishmael e George Parbury (che lavorò per la
ditta di John Wakelin & William Taylor).
In Scozia, anche a causa della
mancanza di committenti importanti, gli argentieri prediligevano uno stile
liscio e funzionale e solo nei grandi centri di marcatura (Edimburgo, Glasgow e
Aberdeen) era possibile trovare oggetti con qualche parvenza stilistica di
moda, ma sempre con un certo ritardo rispetto all’Inghilterra: così il Rococò
prese piede a partire dagli anni 30 del XVIII secolo, senza mai arrivare alle
esasperate forme inglesi. Una caratteristica tipicamente scozzese erano le
teiere a proiettile (modello che resterà di modo fino agli anni70 e 80 del XIX
secolo), molto spesso con il manico in argento isolato da interruttori
d’avorio (una tecnica che in Inghilterra prenderà piede solo nel XIX
secolo), e decorate con un finissima cesellatura a piatto. In Irlanda le cose
non andavano molto diversamente, ma gli argentieri irlandesi, una volta
recepito uno stile, erano soliti a personalizzare i manufatti infondendo loro
una qualità ed una poesia del tutto particolare e caratteristica. Il Rococò
una volta arrivato prese piede con vigore e furono prodotti manufatti del tutto
simili a quelli inglesi. Tra gli oggetti tipicamente irlandesi dobbiamo citare
i cosiddetti dish ring (supporti traforati per stoviglie in legno o
ceramica) e i bellissimi coperchi traforati destinati agli spargi essenze.
Così come in Francia anche in
Inghilterra il Rococò non riscosse un consenso unanime e molti restarono
fedeli a modelli "classici" misurati e simmetrici. Verso il 1765 la
propulsione di questo stile si era esaurita nei due paesi e le produzione rococò
andarono ben presto fuori moda, lasciando spazio ad un periodo di transizione
che porterà all’epoca di Robert Adam e del neoclassicismo. Fuori da Londra e
Parigi, tuttavia, ed ancor più nel resto d’Europa e soprattutto negli Stati
Uniti, il rococò non tramontò in tempi brevi e rappresenterà uno stile
parallelo al neoclassicismo.
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