menustoria
Dal
mondo antico all’alto medioevo (III millennio a.C. - lV
secolo d.C.)
Il
Medioevo prima del Gotico (VI - XII secolo)
Il
Gotico (XIII - XIV secolo)
Il
Rinascimento ed il Manierismo (XV - XVII secolo)
Il
Barocco (1600-1725)
Il
Rococò (1725-1760)
Il
Neoclassicismo e l’epoca di Adam (1760 - 1790)
Lo
stile Regency (1790 – 1830)
Il
periodo vittoriano (1830 - 1880)
Il
movimento Arts & Craft (1880-1920)
l'
Art Nouveau (1880 – 1920)
L’Art
Decò e il periodo post bellico (1920 – 1960)
Sintesi
cronologica degli stili
I
revival del XIX secolo
L’Atr
Deco e il periodo post bellico (1920 – 1960)
Uno
degli effetti del movimento Arts & Crafts è stato l’accentuarsi della
frattura tra artigiani ed imprenditori, soprattutto in un mercato sempre più
dominato dalle richieste delle nuove classi sociali emergenti, compresa quella
operai, con un conseguente allargamento della domanda di argenteria a prezzi
contenuti.
Dal
punto di vista stilistico gli anni 20 e 30 del XX secolo hanno segnato un
passaggio netto verso forme semplici e pulite. Gli elementi più significativi
di questo nuovo stile sono i sobri motivi floreali, la geometrizzazione rigorosa
ed essenziale delle forme, curve addolcite, in netto contrasto con la sinuosità
le curve repentine e pronunciate dell’Art Nouveau e le sue formule lineari
naturalistiche.
L’Art
Deco ha formalmente inizio nel 1925 con l’esposizione Internazionale delle
arti decorative ed industriali moderne di Parigi (viene infatti anche chiamata
"Stile 1925"), si afferma nel primo dopoguerra, soprattutto in Francia
e in Austria, per poi spegnersi con la crisi del 1929. Lo stile trova
espressione soprattutto nei disegni per argenti di Suë et Mare, Cardeilhac e
Jean Serrière, senza mai raggiungere nel settore argentiero i livelli toccati
in altri campi dell’espressione artistica.
Servizio da te e caffè,
Sheffield, 1934-1939, Edward Vogel (gentile
concessione
Chancery Lane Antiques)
Mentre
in Scandinavia si andava affermando lo stile semplice, piacevole e funzionale di
Georg Jensen, in altre parti di Europa, tra cui il Regno Unito, i pochi
argentieri che avevano lasciato il conservatorismo delle loro produzioni, si
erano più rivolti alle linee pure ed alle forme geometriche fini a se stesse e
poco curanti della funzionalità degli oggetti, dettate dal Modernismo,
proseguendo in maniera non certamente positiva la strada tanto magistralmente
aperta da Christopher Dresser, e ritrovando solo dopo gli anni 50 nuovi spunti
di creatività. Una piacevole eccezione in Inghilterra è rappresentata dalla
produzione in stile Celtico di Liberty e Co. e i bei disegni in stile Art &
Craft di C. R. Ashbee. Le grandi manifatture come Mappin
& Webb, Walker & Hall, Elkington, William Hutton & sons,
Arthur Price & Co, erano più che altro interessate all’aspetto meramente
commerciale della produzione argentiere e solo occasionalmente ingaggiarono designers
di talento come avvenne per Keith Murray da parte di Mappin & Webb.
Molto
interessanti in questo periodo sono le riproduzioni di argenti di periodo Tudor
(coppe e mazer bowls) magistralmente prodotte da Omar Ramsden, oggi
particolarmente ricercate dai collezionisti. Per il resto si osserva la già
citata e sterile, sia pur con qualche eccezione che anticipa la rinascita
dell’arte argentiera degli anni 50 e 60 del XX secolo, produzione modernista e
una certo indugiare nello stile Arts & Crafts.
Sebbene
i germi per una rinascita dell’arte argentiera già erano evidenti nei lavori
di alcuni artisti, la seconda guerra mondiale pose fine a tutto o almeno rimandò
il cosiddetto "rinascimento" inglese al dopo guerra, anche ad opera di
una forte attività promozionale della Goldsmiths’s Company con
l’organizzazione di innumerevoli mostre di settore. L’incoronazione
della Regine Elisabetta II e la produzione di argenti commemorativi fu
l’occasione per produrre pezzi di pregevole fattura, per poi arrivare, a
partire dalla fine degli anni 50, all’abbandono quasi totale del decoro
figurativo a favore forme innovative, lisce ed eleganti caratteristiche degli
argenti scandinavi di Georg Jensen.
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