Lo
stile Regency in Inghilterra (1790 – 1830)
Da un punto di vista storico il termine
Reggenza indica la supplenza al trono di Inghilterra del Principe di Galles
(futuro Giorgio IV), a seguito della pazzia del padre Giorgio III, che coprì
il periodo tra il 1811 ed il 1820.
Riguardo alla storia dell’arte, tuttavia,
tale periodo tende ad essere espanso includendo l’intera influenza sulle arti
di Giorgio IV che ha formalmente inizio con la commissione all’architetto
Henry Holland della costruzione di Carlton House a Brighton. Il periodo
normalmente considerato va dal 1890 alla morte di Giorgio IV nel 1830, e, di
fatto include una serie diversa che sono gli equivalenti inglesi dei francesi
tardo Luigi VI, Direttorio, Impero e Restaurazione.
Giorgio IV non era tuttavia molto popolare e
le sue tendenze stilistiche come il misto di cineseria ed indianeria nel Pavillon
di Brighton, ed il riassetto in chiave romantica neogotica della castello di
Windsor vennero pesantemente criticati e ridicolizzati. Nonostante ciò il suo
influsso sull’arte inglese fu innegabile.
Sul finire del XVIII secolo lo stile di Adam
stava muovendosi verso una maggiore severità e solidità, facendosi sentire già
nei primi anni dell’XIX secolo anche sull’argenteria domestica. Gli
argentieri, per salvaguardare le loro lavorazioni artigianali, rispetto a
quelle fatte a macchina, optarono per l’introduzione di abbondanti motivi
floreali e pesantemente lavorati a sbalzo, nell’idea che questi motivi di
scarsa simmetria fossero più difficili da riprodurre con le macchine. Il fatto
poi che gli argenti diventino più massicci aveva anche una giustificazione di
tipo commerciale, in quanto il prezzo della lavorazione era un semplice
ricarico percentuale sul prezzo dell’argento grezzo: a parità di
lavorazione, quindi, più l’oggetto pesava più saliva il il margine di
guadagno per l’argentiere.
L’ispirazione era sempre di gusto
neoclassico, ma gli oggetti venivano riprodotti in maniera estremamente
realistica e fedele agli originali, riproducendone spesso anche la venatura
delle parti marmoree consunte dal tempo, segno anche che i modelli a cui ci si
ispirava erano e vasi di terracotta ed i fregi marmorei più che gli oggetti
dell’argenteria classica.
Ritornano di moda figure a tutto tondo,
raramente impiegate nel periodo neoclassico. I supporti dei candelieri erano
realizzati con cariatidi o figurine di soldati (è questo un periodo di grandi
battaglie in Europa) e alcune prodotte zuppiere erano sorrette da elefanti.
Sontuose sculture e trofei furono commissionate tra il 1800 ed il 1830 dal Duca
di York, fratello di Giorgio IV.
Nonostante la sfarzosità molti pezzi erano
destinati all’uso domestico, ma la moda del presentation silver, vale
a dire di oggetti ad uso puramente cerimoniale o decorativo stava ormai sempre
più prendendo piede.
Il gusto per le antichità ancora molto forte
produsse un revival contemporaneo, in chiave archeologica, di molti
stili storici. Si riaccende il gusto per la cineseria ed i motivi di
derivazione egizia, del Barocco, degli stili del Rinascimento e del periodo
gotico, il tutto invaso da un neonato naturalismo.
Il Rococò si riafferma a partire dai primi
anni del XIX secolo con un primo apice nel 1810, per poi trasformarsi nello
stile più rozzo caratteristico degli anni 20 e 30 e ,soprattutto del periodo
vittoriano: nessun oggetto, piccolo o grande che sia viene risparmiato dalle
decorazioni rococò.
Paul Storr, il maggiore argentiere del
periodo, realizzò molti servizi da tavola, zuppiere, piatti per frutta e
candelieri, ma anche piccoli lavori oggi molto ricercati dai collezionisti.
Benjamin Smith, uno dei pochi rivali di Storr
dal punto di vista artistico e dell’esecuzione tecnica, fu abilissimo nei
lavori minuti con una squisita precisione nei dettagli.
Sul finire del XIX secolo e sulla scia della Rivoluzione
Industriale compare
la figura dell’imprenditore e tra questi spiccano Philip Rundell che si mise
ben presto in società con l’artigiano e disegnatore John Bridge.
Sponsorizzati dal Principe di Galles, Rundall
Bridge & Rundall, argentieri reali dal 1804, videro aumentare
esponenzialmente le committenze di personaggi importanti e si dotarono di un
notevole numero di argentieri, cesellatori e disegnatori (il numero dei
collaboratori raggiunse il migliaio). Tra questi J.J. Boileau, di origine
francese, ripropose nel 1800 un austero stile greco, tipico della Francia
nell’epoca pre-rivoluzionaria. Alcuni suoi disegni furono utilizzati da Paul
Storr (il più grande argentiere inglese di XIX secolo), che lavorò per
Rundall Bridge & Rundall dal 1807 al 1819, susseguendo nella direzione
dell’officina a Benjamin Smith, autore con Storr dei famosissimi "vasi
di trafalgar", disegnati dallo scultore John Flaxman e donati a Nelson ed
ai suoi ufficiali in riconoscenza delle sue imprese) e Digby Scott. Nel 1813 fu
assunto come capo modellatore il pittore e scultore William Theed.
Intanto Wakelin & Garrard, che
diventeranno poi argentieri reali, continuarono a produrre argenteria semplice
e lineare per buona parte della nobiltà, sebbene non mancarono di realizzare
sontuosi pezzi alla moda. Inoltre, ditte meno importanti ma rinomate, come i
successori di Hester Bateman, realizzarono argenteria di buon livello per
clienti meno esigenti.
^inizio
pagina