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Teiere, caffettiere, servizi da tè ed accessori



Quando si uniscono due requisiti tipicamente inglesi, quali l’abitudine del tè e l’amore per l’argenteria, risulta subito evidente come le teiere ed i vari accessori collegati (zuccheriere, lattiere e scatolette per il tè), siano tra gli oggetti più squisiti e tipici che gli argentieri inglesi abbiano prodotto. A questi, per omogeneità di trattazione, aggiungeremo le caffettiere e le cioccolatiere, molto più rare delle teiere e particolarmente ricercate dai collezionisti.

Teiere

La prima documentazione dell’introduzione del tè in Inghilterra risale al 1658, ma si deve attendere il 1664 prima che la East India Company ne facesse dono promozionale a Carlo II. Il tè era all’epoca usato principalmente come bevanda medicinale ed il suo costo era proibitivo. Solo intorno al 1720, con l’incremento dell’importazione, il tè raggiunge costi tali da poter essere appannaggio non solo della nobiltà, ma anche delle classi sociali più agiate.

La teiera più antica che si conosca data il 1670 ed è ora conservata nella Silver Gallery del Victorian & Albert Museun di Londra. Ha impresso lo stemma della East India Company ed è solo a causa di un’iscrizione che parla espressamente di "teiera" che sia stata classificata come tale. In effetti la sua forma è molto simile a quella delle caffettiere in uso un decennio più tardi e prodotte in periodo Regina Anna e Giorgio I: il loro modello era ricavato dai tankard per la birra, di forma tronco conica con la parte più ampia alla base, con un beccuccio diritto e poco aggraziato, un coperchio conico o a cupola ed un manico in legno di rosa, di albero da frutto o ebano, solitamente posizionato ad angolo retto rispetto al beccuccio.

Le teiere prodotte durante il regno della Regina Anna (1702-1714) sono molto rare ed ancora di limitata capacità in considerazione dell’elevato prezzo del tè. Il modello in voga nei periodi Regina Anna e Giorgio I era a forma di pera, completamente priva di decorazioni (a parte l’eventuale stemma nobiliare) tonda o poligonale, con coperchio a cupola e con beccuccio (solitamente ottagonale) della caratteristica forma a collo di cigno. Intorno al 1730 diventano a forma di pera rovesciata, forma che tende ad esaltare le ricche decorazioni rococò ben presto prolificamente utilizzate. Dal 1725 è popolare, soprattutto in Scozia, e lo resterà per gran parte del XVIII e XIX secolo, il cosiddetto modello a "proiettile" o "globulare", forma praticamente sferica poggiante su un piedistallo snello e manico in argento isolato con inserti di avorio. Questo modello diverrà popolare fino al 1745 anche in Inghilterra dove però i manici sono sempre in legno ed il piedistallo è più basso ed accollato.

Il modello più caratteristico nel periodo neoclassico ed in particolare dal 1770 fino alla fine del secolo è la cosiddetta teiera a "tamburo" di forma circolare, ovale o poligonale con fianchi diritti o al massimo scanalati, base piatta, e beccuccio diritto (raramente curvo, almeno fino alla fine del XVIII secolo) che, essendo priva di piedini, richiedeva l’uso di un vassoi porta teiera (stand) per evitare di rovinare i tavoli. Spesso lo stand non è contemporaneo alla teiera ma differisce, se non nello stile, nell’argentiere e nell’anno di realizzazione, in quanto la sua necessità non era subito colta da tutti. Queste teiere sono raramente lavorate a sbalzo; più spesso sono lisce o decorate con incisioni a bright cut (vedi Tecniche di lavorazione).

All’inizio del XIX secolo la teiere diventano più piatte e panciute, senza decorazioni o con incisioni a bright cut, o, al massimo con la parte inferiore decorata a costole, tipica delle tazze a due manici del periodo Regina Anna (solitamente però le costole sono diritte e non ritorte). I manici sono ora molto più spesso in argento isolato con inserti in avorio e i beccucci diritti diventano molto rari. Occasionalmente, a partire dal 1805 compaiono i primi piedini di forma sferica. Non rare in questo periodo sono le decorazioni a greca di derivazione neoclassica.

Durante il regno di Guglielmo IV (1831-1836) si afferma la forma cosiddetta "a melone" o a "zucca", con piedini costituiti da lamine leggermente incurvate e decorate con motivi floreali o naturalistici, saldati a un bordo che circonda la teiere a dare l’impressione di uno stand. Il pomello è quasi sempre di forma di rosa o comunque floreale o naturalistico. La stessa forma resta in voga nel primo periodo vittoriano, con l’aggiunta di abbondanti decorazioni in stile rococò.

Tipico modello in voga a partire dalla metà del XIX secolo è la teiera di forma a pera ma con la parte superiore molto svasata ed aperta su cui poggia un ampio coperchio. Poco più tardi, negli anni ’60 del 1800, si osserva un revival della forma classica e minuta a pera con manico in legno, quasi mai liscia, ma con varie decorazioni di moda come i motivi zodiacali di ispirazione indiana. Negli anni ’70 del 1800 ritorna di moda la teiera a tamburo, anche per il contemporaneo revival della decorazione ad incisione che trova un’applicazione generalizzata a quasi tutti gli oggetti di questo periodo. Più rare sono le decorazioni in stile cinese o giapponese. A partire dal 1890 si osserva un revival del cosiddetto stile "Regina Anna": in pratica, ben poco a che vedere con i modelli in voga ad inizio '700, ma piuttosto delle riproduzioni di modelli con scanalatura a mezzo corpo tipiche dell'inizio del XIX secolo. Un tipico modello di inizio del XX secolo è realizzato con ampio colletto, a bordo liscio o ondulato e coperchio piuttosto piatto che pare incavato nel corpo della teiera.

Da citare, ma alquanto difficili da descrivere sinteticamente, sono le forme innovative e moderniste (a volte modelli unici) introdotte dal 1880 al 1920 sotto l’influsso dell’Arts&Crafts Movement e dell’Art Nouveau, e più tardi dal 1920 al 1930 dall’Art Deco.

Riproduzione della prima teiera conservata al Vctoria & Albert Museum di Londra, Sheffield 1912 

Teiera a "pera" Regina Anna, Samuel Wastell, Londra 170

Teiera a "pera rovesciata",Gabriel Sleath , Londra 1730 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Teiera "globulare" o "a proiettile", James Weemes, Edinburgo 1738 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Teiera a "pera rovesciata" con decorazioni rococò, Thomas Whipham, Londra 1759

Teiera a "tamburo" con stand, Henry Chawner, Londra, 1787 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Variante di teiera a "Tamburo", Robert Hennell, Londra 1799

Teiera tardo neoclassica, Dublino 1808 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Teiera in stile "Regency", Paul Storr, Londra 1811

Teiera con piedini a palla, T. Wallis & J. Haynes, Londra, 1812 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Teiera tardo georgiana, John Edward Terrey, Londra, 1824 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Teiera con decorazione neo rococò e floreali, William Bateman, Londra, 1831 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Teiera a "melone", R. Pearce & G. Burrous, Londra 1836 (collezione privata)

Teiera a "pera", revival vittoriano con con decorazioni di ispirazione indiana, Richard Sibley, Londra 1869  (collezione privata)

Teiera con decorazione in stile giapponese, J. Reid, Glasgow, 1872 (collezione privata)

Teiera a costole, revival "Regina Anna", Edward Hutton, Londra 1886 (collezione privata)

Teiera in stile "Art Nouveau", Edward Hutton, Londra, 1892 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Teiera "Art Nouveau", Asprey, Chester 1908

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Caffettiere

Il caffè arriva in Inghilterra durante il Commonwealth (1649-1660) e quindi prima dell’introduzione del tè, ma le credenze popolari sul nefasto effetto di un suo uso continuo (che trasformava in scimmie e poi in pigmei), limitò fortemente il suo consumo e l’apertura di locali dove poterlo acquistare o semplicemente degustare.

La prima caffettiera inglese conosciuta (conservata nella British Galery del Victoria & Albert Museum di Londra) data il 1681 ed è alta circa 25 cm, più bassa della citata teiera del 1760, ma di forma analoga (tronco conica con la parte più ampia alla base, beccuccio diritto, coperchio a cupola e manico in argento derivato dai tankard e ricoperto di cuoio), ma con il manico posto a 180° rispetto al beccuccio. I modelli seguenti, tuttavia, presenteranno il manico a 90° rispetto al beccuccio, almeno fino all’epoca Giorgio II (circa 1730). Già ad inizio XVIII secolo il beccuccio diviene a collo di cigno. A cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, vengono comunque prodotti modelli a pera o a balausto (che diverranno nuovamente di moda nel terzo quarto del 1700). Queste caffettiere sono quasi sempre lisce, ma alcune presentano decorazioni di derivazione olandese.

A partire dal regno di Giorgio I (1714-1727), le caffettiere diventano più aggraziate con la base leggermente stondata ed il coperchio più piatto. Le caffettiere restano immuni da decorazioni "di moda" per quasi tutto il XVIII secolo (a parte il periodo Rococò, tra il 1745 ed il 1760) e a volte la sola decorazione che portano è lo stemma nobiliare del proprietario.

A partire dal 1750 è abbastanza comune la variante a brocca o hot water jug, con becco corto e largo accollato al corpo della caffettiera. Alcuni modelli presentano il coperchio molto appiattito o addirittura incavato.

A cavallo tra XVIII e XIX secolo compaiono le caffettiere ad "urna" o "vaso" sorrette da un piedistallo circolare o quadrato, liscio o sagomato, con il coperchio poggiante su un piccolo colletto. Nello stesso periodo vengono prodotte caffettiere a corpo ovoidale, non molto dissimili da quelle ad urna.

Nel XVIII secolo i manici sono sempre di legno o, più raramente in lamina d’argento isolata con cuoio o paglia di fiume intrecciata; molto più rari sono i manici completamente in avorio, mentre l’uso di manici in argento isolato con inserti in avorio è documentato solo a partire dal XIX secolo. Nel primo decennio del XIX secolo le caffettiere diventano più panciute, più basse e tozze e tendono ad assomigliare sempre più a delle teiere; nello stesso periodo è possibile trovare dei sostegni con fornelletto a spirito per tenere in caldo il caffè.

Un vero cambiamento nei modelli si osserva a partire dal 1830 con la prevalenza di forme a balaustro, lisce, decorate con motivi neo rococò e/o floreali o a coste che ne coprono l’intero corpo che tende a volte ad assumere forme poligonali ad angoli molto smussati. I manici sono ora quasi esclusivamente in argento isolato con inserti d’avorio ed i pomelli si trasformano in vere e proprie riproduzioni di fiori ed altri motivi naturalistici. Nel 1840 la forma a balaustro tende a divenire ancora più panciuta nella parte inferiore ed il piedistallo viene sostituito da piedini in lamina d’argento decorata che danno l’impressione di uno stand su cui poggia la caffettiera.

Intorno al 1870 la forma a balaustro tende alquanto a snellirsi diventando a volte cilindrica e si osserva un revival della forma a "tamburo", a volte liberamente interpretata e poco conforme all’originale di fine 1700, e solitamente incisa a bright cut. A partire dal 1890 si osserva un revival del cosiddetto stile "Regina Anna", in pratica delle riproduzioni di modelli neoclassici a vaso. Un tipico modello di inizio del XX secolo è la forma a vaso con ampio colletto, a bordo liscio o ondulato e coperchio piuttosto piatto che pare incavato nel corpo della caffettiera. Da citare, ma alquanto difficili da descrivere sinteticamente, sono le forme innovative, moderniste (a volte modelli unici) introdotte dal 1880 al 1920 sotto l’influsso dell’Arts&Crafts Movement e dell’Art Nouveau, e più tardi dal 1920 al 1930 dall’Art Decò.

Prima caffettiera conosciuta, (George Garthorne ?), Londra 1681-2 (Victoria & Albert Museum)

Caffettiera in stile Regina Anna, John Fawdrey, Londra 1707 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Caffettiera ottagonale in stile Regina Anna o Giorgio I, William Fawder, Londra 1719

Caffettiera "Giorgio I", Nathaniel Gulliver, Londra 1727 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Caffettiera "Georgio I" con manico a 90°, Thomas Morse, Londra 1727 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Caffettiera "Giorgio I", con stemma nobiliare, Edward Feline, Londra 1733 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Caffettiera "Giorgio II" , Thomas Whipam, Londra 1745 (Collezione privata)

Caffettiera "Giorgio II" con motivi rococò, Humphrey Payne, Londra 1750

Caffettiera "Giorgio II", già tendente alla forma a "balaustro", John Payne, Londra 1762

Caffettiera in stile giorgio II, con decorazioni rococò, Fuller White, Londra 1762

Brocca per l’acqua calda a forma di tankard, con decorazioni rococò, William and James Priest, Londra 1765

Caffettiera a "balaustro", Hester Bateman, Londra 1781 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Brocca per l’acqua calda a forma di tankard, con decoro neoclassico, John Schofield?, Londra 1781 (Collezione privata)

Brocca per l’acqua calda a "balaustro" con manico isolato con paglia di fiume, John King, Londra 1788

Brocca per l’acqua calda a "balaustro", John Schofield, Londra 1789

Brocca per l’acqua calda in stile neoclassico a "vaso" , Charles Aldridge, Londra 1789

Caffettiera neaclassica a "urna", Daniel Pontifex, Londra 1803 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Caffettiera neoclassica a "urna", George Smith and Thomas Hayter, Londra 1804

Caffettiera in stile Regency, Paul Storr, Londra 1814

Caffettiera in stile Regency con motivi a melone, Londra 1826

Caffettiera irlandese, James Scriber, Dublino, 1862 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Caffettiera vittoriana con decoro a "flat chasing", John Aldwinckle & James Slater, per Carrington & Co., Londra, 1880 (Collezione privata).

Caffettiera revival neoclassico con decorazioni ad incisione, Robert Hennell, Londra 1874

Caffettiera in stile Art Nouveau, G&S Co. Ltd, Londra 1904

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Cioccolatiere

La cioccolata è stata introdotta in Inghilterra dall’India attorno al 1657, ma l’uso di consumarla restò sempre in subordine a quello per il tè ed il caffè, probabilmente anche a causa dell’eccessiva consistenza della bevanda.

Non è sempre agevole distinguere le caffettiere dalle cioccolatiere in quanto le forme sono molto simili. Non ha nessun fondamento la convinzione di alcuni che le cioccolatiere avessero il manico posto a 90° rispetto al beccuccio, dato che le prime caffettiere erano fatte solo in questo modo, e solo in epoche recenti questo particolare modello è stato dedicato prevalentemente alle cioccolatiere. La differenza più rilevante è nella presenza di un piccolo foro, generalmente chiuso da un coperchietto, alla sommità delle cioccolatiere (solitamente al posto del pomello del coperchio), che permetteva l’introduzione di un bastoncino di legno per un’adeguata miscelazione della cioccolata. In alcuni modelli il pomello può essere completamente asportato lasciando un foro attraverso il quale è possibile mescolare la bevanda con una bacchetta.

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Samovar e bollitori

I bollitori per il tè (tea Kettle) rappresentano una naturale evoluzione della teiera: di maggiori dimensioni, sono provvisti di un fornelletto a spirito per tenere il liquido (tè o acqua) ben caldo. Sebbene la loro produzione sia documentata a partire dal 1687, i primi esempi noti di bollitori risalgono alla prima decade del 1700 (eseguiti da David Willaume,Simon Pantin e da Antony Nelme). Assomigliano molto alle teiere contemporanee: nel primo quarto del XVIII secolo sono a forma di pera, tonda o sfaccettata; diventano poi di forma globulare (sferiche) e quindi a forma di pera rovesciata. Il fornelletto è sempre composto da una supporto generalmente molto lavorato e da un fornelletto a spirito.

L’introduzione dei samovar (tea urn), che avviene attorno al 1760, risponde a ragioni prettamente sociali per la preparazione di grandi quantità di tè e servivano esclusivamente per riscaldare l’acqua che poi veniva utilizzata per la preparazione della bevanda. I primi modelli erano dotati di fornelletto, ma ben presto questi vengono sostituiti da uno speciale contenitore interno destinato ad alloggiare una barra di ferro preventivamente riscaldata a parte.

Sebbene i modelli prodotti nel tempo seguano le mode correnti, raramente i samovar sono stati realizzati per accompagnare servizi di tè.

Bollitore a "pera" sfaccettato, Simon Pantin, Londra 1706

Bollitore per il tè a "pera", Londra 1725

Bollitore a "pera rovesciata", John Langlands, Newcastle 1755 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Samovar ad "urna" di epoca neoclassica con decorazioni a bright cut, Londra 1780

Samovar "ad urna" in stile neoclassico, Robert and David Hennell, London 1797 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Samovar di periodo "regency" di forma inusuale, Inghilterra 1815 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Bollitore a "melone", Londra 1836 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

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Lattiere

L’utilizzo delle lattiere è tipicamente inglese e risale all’epoca della Regina Anna (1702-1713). I primi esempi sono muniti di coperchio, manico in legno posto a 90° rispetto ad un piccolo beccuccio accollato all’orlo e poggiano su un piedistallo circolare, assumendo di fatto la forma di una piccola caffettiera. Solo a partire dal 1720 compaiono lattiere di più piccole dimensioni, tonde e più raramente ottagonali, con manico in argento e prive di coperchio. Questa forma a "caraffa" rimane in voga fino a circa il 1735, mentre lattiere con coperchio munite di manico in legno e poggianti su tre piedini vengono occasionalmente prodotte e dedicate al latte caldo, ma sono comunque molto rare. Tra il 1735 ed il 1745 la forma diventa ovoidale o a pera con manico a doppia voluta e tre piedini zoomorfi di sostegno. Di questa epoca sono molto tipiche le lattiere irlandesi nelle quali la forma ovoidale è molto meno accentuata ed i tre piedini mostrano una maschera di leone nella parte affrancata al corpo della lattiera: molto spesso sono decorate con motivi floreali e bucolici quali paesaggi, case ed animali che le rendono inconfondibili. Questo tipo di lattiera (e la relativa zuccheriera) godrà di una nuova stagione di popolarità in epoca Edoardo VII (1901-1910). Molto tipiche e rare sono le lattiere a forma di mucca, introdotte da Nicholas Sprimont e prodotte in massima parte da John Schuppe, tra il 1755 ed il 1775, e poi abbondantemente riprodotte in tarda epoca vittoriana (fine del XIX secolo) in oggetti di importazione tedesca. Occasionalmente, nello stesso periodo, vengono prodotte lattiere simili a piccole salsiere, ma solo verso il 1765 si osserva l’introduzione di un nuovo modello, simile alle lattiere ad uovo, ma più svasate ed allungate nella parte inferiore (che assume una forma a goccia) e poggianti su piedistallo ad imbuto rovesciato. Molto spesso, e considerato il periodo, queste lattiere sono abbondantemente decorate con motivi floreali, naturalistici e, soprattutto, rococò.

Verso il 1790 diventano di moda le lattiere ad "elmetto", con lungo manico a singola voluta e base circolare, spesso poggiante su una seconda base quadrata, di ispirazione squisitamente neoclassica. La sola decorazione presente su questi oggetti, come nei coevi cestelli per lo zucchero, è l’incisione a bright cut. Le lattiere ad elmetto accompagnano nei primi servizi da tè (che risalgono a questa epoca) le teiere a tamburo, le caffettiere ad urna e le zuccheriere a cestello con manico.

All’inizio del XIX secolo le lattiere ad elmetto perdono la forma a urna per assumere, nella parte inferiore, le fattezze di un piccolo barilotto con base completamente piatta. Subito dopo la forma diviene più bassa ed il manico più fine e più contenuto in altezza. Nel corso del XIX secolo le lattiere seguono la linea evolutiva ed assumono le stesse decorazioni delle teiere, diventando più basse e panciute. Verso il 1870 con il revival delle teiere a tamburo, vengono prodotti servizi da tè dove lattiera e zuccheriera assumono la stessa forma della teiere, in netto contrasto con le forme originali. Nel periodo dell’art nouveau e dell’art decò le lattire assumono le stesse forme moderniste ed innovative delle teiere e delle caffettiere.

Cremiara, Londra 1747

Cremiera, Londra 1753

Cremiera con decoro "chinoserie", Londra 1756 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera a "balaustro", Londra 1764

Cremiera con decoro floreale e cartuccia rococò, William Cripps, Londra 1764

Cremiera con motivi rococò e floreali, Londra 1767

Cremiera, Thomas Shepherd, Londra 1773 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera a "balaustro", Hester Bateman, Londra 1779 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Creniera, londra 1780

Cremiera ad "elmetto", J. Langlands I and J. Robertson I, Newcastle 1780 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera a "urna" in stile neoclassico, Londra 1782 

Cremiera,Thomas Shepherd, Londra 1788

Cremiera a "tamburo", modello inusuale in questo periodo, William Vincent, Londra 1790 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera ad "elmetto", Peter and Ann Bateman, Londra 1794 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera, Alexander Field, Londra 1796 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera, Ann Robertson, Newcastle 1800 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera, P. Cunningham, Edimburgon 1802 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera, Peter and William Bateman, Londra 1805 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera, Daniel Egan, Dublino 1813 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera per il latte caldo con coperchio e manico isolato (decoro neo-rococò), Dublino 1817

Cremiera in stile "Regina Anna", Paul Storr, Londra 1819 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Cremiera in stile "Regency", Paul Storr, Londra 1826  (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cremiera e zuccheriera revival dei modelli in voga attorno al 1750. Dublino 1905 (collezione privata)

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Zuccheriere ed accessori

L’uso dello zucchero in Inghilterra diventa consistente solo dopo l’introduzione del tè e, conseguentemente, le prime zuccheriere risalgono all’epoca di Guglielmo III (1695-1702). Per la verità esistono rari modelli, prodotti già dalla restaurazione della monarchia (1660), a forma di cofanetto con chiusura a spinetta e corti piedini, spesso corredati da un cucchiaino, ma non è mai stato pienamente provato il loro uso come zuccheriere.

Già dai primi anni del XVIII secolo le zuccheriere assumono forma semisferica (a volte a sfaccettatura ottagonale), base corta e rotonda: sono quasi sempre con coperchio e sprovviste di manici. Spesso queste zuccheriere sono parte di servizi da toilette in quanto il tè veniva consumato in camera da letto. Attorno al 1730-1735 il coperchio assume le sembianze di una seconda ciotola più svasate e meno profonda, da utilizzarsi, una volta rovesciata, come piattino o porta cucchiaini. Nel 1710 sono abbastanza comuni le cosiddette scatole per lo zucchero, a forma bombata e/o sfaccettata, poggianti su un’ampia base e munite di coperchio. Dal 1735 compaiono zuccheriere di capacità maggiore a forma semisferica svasata al bordo e base circolare a volte appena accennata. Le decorazioni interessano sia il corpo (ampie scanalature) che il bordo decorato a flat chasing (vedi tecniche di realizzazione). Occasionalmente, ma solo in Scozia compaiono nella stessa epoca zuccheriere a palla con coperchio che fanno pendant con le popolari teiere a bulbo o proiettile. Attorno al 1750 acquistano tre piedini e con il tempo la loro forma tende ad avvicinarsi a quella della teiera che le accompagna. La variante irlandese (che accompagna le già descritte lattiere) presenta decorazioni floreali e bucoliche con piedini ornati da teste di leone.

Un alternativa alla zuccheriera è il cestello per lo zucchero con manico mobile che conosce una notevole popolarità attorno al 1770. La forma circolare ricorda molto spesso i più ampi cestelli per il pane o per i dolci. E’ spesso traforato, riccamente decorato con motivi ad intreccio o motivi neoclassici, ottenuti a sbalzo o incisi a bright cut (vedi tecniche di realizzazione), ed alloggia un contenitore in vetro al cobalto. Non è raro trovare coppie di cestelli, di dimensioni diverse: il più grande era destinato allo zucchero mentre il più piccolo (sovente con parti lavorate con funzione di beccuccio) serviva come lattiera. Esistono molte varianti di questo modello tra cui la forma ovale, popolare soprattutto verso la fine del XVIII secolo, le forma a tino, a bicchiere ed a secchio; modelli di forma ottagonale e senza manico. Un revival dei cestelli per lo zucchero si avrà durante l’intera epoca vittoriana (1837-1900), con riproduzioni quasi perfette degli esemplari originali o riccamente ed inconfondibilmente decorati con abbondanti e vistose decorazioni naturalistiche. Un modello del tutto particolare di zuccheriere accompagnava le due scatolette per il tè a partire dal 1745 circa. Questa, sempre che l’utilizzo effettivo fosse quello di zuccheriera, cosa non del tutto certa, era costituita da una parte inferiore simile nel modello alle teiere contemporanee (o a urna in epoca neoclassica) con un alto coperchio solitamente munito di pomello.

Le zuccheriere dei primi servizi da tè (che compaiono attorno al 1790) sono eccezionalmente grandi, spesso di dimensioni paragonabili alla teiera. Questo è dovuto al fatto che lo zucchero era poco raffinato e ne serviva una grande quantità per addolcire il tè. Nel corso del XIX secolo la forma delle zuccheriere segue da vicino i modelli delle teiere e delle caffettiere, diventando più basse ed ampie e spesso addizionate di manici. A partire dalla metà del XVIII secolo l’utilizzo del coperchio cade in disuso.

Nel periodo dell’Art Nouveau e dell’Art Decò le zuccheriere assumono le stesse forme moderniste ed innovative delle teiere e delle caffettiere.

Occorre tenere presente che lo zucchero era per lo più servito in zollette e per questo motivo non esistono veri e propri cucchiaini che accompagnano le zuccheriere. Le zollette erano prelevate dalla zuccheriera con una pinza (i primi modelli erano a forbice, mentre a partire dal terzo quarto del XVIII secolo si è diffuso il modello a molla), i cui modelli sono molto poco variati nel tempo. In particolare le pinze a molla, più che accompagnare stilisticamente le zuccheriere, erano realizzate nei modelli classici della posateria ed erano abbinate ai cucchiaini per il tè (vedi La tavola da pranzo e le libagioni).

Zuccheriera con coperchio rovescabile, Edward Cornock, Londra 1731(Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Zuccheriera con coperchio rovesciabile,Whipham and Williams, Londra 1761 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, Susanna Barke, Londra 1770 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobaolto, Hester bateman, Londra 1777 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, Thomas Daniel, Londra 1784 Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Zuccheriera con motivi bucolici, Robert Breading, Dublino 1790 

Zuccheriera in stile "Regina Anna", Peter, Ann & William Bateman, Londra 1805 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Zuccheriera con decoro neoclasico di ispirazione greca, J. Mc Kay, Edimburgo 1808

Zuccheriera con decoro floreale e cartuccia rococò, Charles Marsh, Dublino 1817

Zuccheriera in stile " neo- rococò", Charles Reilly & George Storer, Londra 1840

Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, George Adams, Londra 1857 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, George Angell, Londra 1860 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Zuccheriera con piattino coordinato incisi a bright cut, Sheffield 1871 (Collezione privata)

Zuccheriera con decoro "giapponese", Londra 1879

Zuccheriera in stile " Regina Anna", Londra 1885 (Collezione privata)

Zuccheriera in stile " Art Nouveau", Henry Wilkinson & Co Ltd., Sheffield 1904

Zuccheriera e cremiera revival dei modelli in voga attorno al 1750. Dublino 1905 (collezione privata)

Zuccheriera con decorazione celtica, Dublino 1924

Zuccheriera art decò, Adie Brothers, Chester, 1930 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Pinze a forbice per lo zucchero, John Allen II, Londra 1745 (Gentile concessione di Daniel Bexfield Antiques)

Pinze a molla per lo zucchero, C. Cummin, Dublino 1866 (Gentile concessione di Daniel Bexfield Antiques)

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Scatolette per il tè

Le scatolette per il tè (tea caddy) sono state introdotte durante il regno della Regina Anna (1702-1713) ma manufatti di questa epoca sono estremamente rari e i più antichi risalgono al regno di Giorgio I (1714-1726). Il termine inglese caddy ha origini orientali e deriva da un’unità di misura (il kate, equivalente a circa 500 g) utilizzato nel commercio del tè. I primi esempi sono di limitate dimensioni in considerazione del proibitivo prezzo del tè. I primi modelli, prodotti generalmente in coppia per contenere le due qualità più diffuse di tè (tè nero e tè verde), erano muniti di un pannello scorrevole per agevolare l’introduzione del tè e alcune erano rivestite internamente di piombo (si pensava che favorisse il mantenimento della fragranza del tè). La forma più comune era rettangolare con o senza angoli tagliati o, più raramente ovale, munita di una solida base e con la parte superiore a collo di bottiglia chiusa da un coperchio a forma di cupola che serviva per dosare il tè. Più tardi coperchio diventa piano perdendo la funzione di dosatore. Con l’avvento del rococò, compaiono scatolette per il tè con pomello e decorazioni di origine marina e di forma bombata, anche se la forma classica non viene del tutto abbandonata. In questo periodo diventano comuni set di 3 scatolette e non è certo se una di queste, di forma simile alle teiere contemporanee e con un alto coperchio, servisse o meno per lo zucchero. A partire dal 1750 anche le scatolette per il tè tendono ad assomigliare nella fattezza alle teiere contemporanee. Dal 1755, accanto alle immancabili decorazioni rococò diventano molto comuni le decorazioni a "cineseria" di ispirazione orientale, ma con grande apporto di fantasia da parte del disegnatore. La forme più comuni sono quelle rettangolare a base piatta, a pera rovesciata con piedistallo e la forma a spalla bombata con base svasata poggiante su quattro piedini. Fino a questa data le scatolette prevedevano un contenitore di legno (generalmente di mogano) provvisto di serratura a causa dell’elevato costo del tè. A partire dal 1770, accanto a coppie di scatolette provviste di contenitori decorati in avorio, diventano comuni scatolette singole munite di serratura con chiave. Diventa comune la forma a "tamburo", circolare od ovale, eventualmente con sfaccettature e scanalature. Le decorazioni di questo periodo, se presenti, sono decisamente neoclassiche incise a bright cut. A partire dal XIX secolo l’utilizzo delle scatolette da tè va inesorabilmente scemando tanto che è estremamente difficile trovarne di periodo vittoriano. Riacquistano però popolarità verso la fine del XIX secolo, subendo l’influenza dei vari movimenti revivalisti che provoca la riedizioni di molti dei modelli descritti, con l’aggiunta delle decorazioni di volta in volta più in voga.

Scatoletta per il tè, Howard Gibbon, Londra 1720

Scatoletta per il tè Samuel Taylor, Londra 1746 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Scatoletta per il tè in rara forma a cestello, Thomas Watson, Newcastle 1780 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Scatoletta per il tè in stile neoclassico, Fogelberg & Gilbert, Londra 1782

Scatoletta per il tè in stile neoclassico, Thomas Chawner, Londra 1785 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Scatoletta per il tè in stile neoclassico, Henry Chawner, Londra 1786 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Scatoletta per il tè in stile neoclassico, Peter and Ann Bateman, Londra 1798 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Scatoletta per il tè di rara forma a sferica, Emes, Londra 1801 (Gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Scatoletta per il tè in stile "Regency", Thomas Robbins, Londra 1805 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Scatoletta per il tè con decoro a bright cut (rara per il periodo), Harrison and Howson, Sheffield 1857 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Scatoletta per il tè, Thomas White, Londra 1888

Scatoletta per il tè con decorazione "neo rococò", Londra 1897

Scatoletta per il tè di forma liscia e semplice, Birmingham 1899

Scatoletta per il tè in stile "Regine Anna" con decori rococò, James Dixon & Sons, Sheffield, 1900 (Collezione privata)

Scatoletta per il tè, George Unite & Sons, Birmingham 1916 

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Cucchiaini per dosare il tè

I primi esempi di questi ricercatissimi accessori datano attorno al 1770 con una produzione crescente fino alla fine del XVIII secolo. Similmente alle scatolette per il tè che andarono fuori moda a partire dall'inizio del XIX secolo, anche i cucchiaini per dosare il tè (tea caddy spoons) subirono una forte riduzione di produzione che riprese solo attorno alla metà dell'800. La loro popolarità resterà legata all'uso delle scatolette da tè.

La manifattura più prolifica è Birmingham, ed i modelli seguono sostanzialmente quelli classici della posateria (vedi La tavola da pranzo e le libagioni), anche se alcuni esemplari risultano particolarmente interessanti per il design innovativo e la loro originalità (es. a forma di berretto da fantino, di foglia d'uva o di tè, di conchiglia, pesce, ali d'aquila, mano).

I tea caddy spoons rappresentano una delle area di collezionismo più affermate (esiste anche una associazione di settore) e, di conseguenza, una delle più difficoltose, sia per gli elevati prezzi di mercato di questi piccoli oggetti che per la loro scarsa reperibilità.

Cucchiaino dosatore per il tè a berretto, Joseph Taylor, Birmingham 1798

Cucchiaino dosatore per il tè, Cocks & Bettridge, Birmingham 1810 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cucchiaino dosatore per il tè, William Eato, Londra 1843 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cucchiaino dosatore per il tè, George Unite, Birmingham 1848 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Cucchiaino per dosare il tè, Londta 1850 (Collezione privata)

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Servizi da tè e caffè

I primi servizi da tè, composti da teiera, lattiera e zuccheriera, coordinate tra loro, sono databili attorno al 1785. Anche se esistono rari esempi di servizi coordinati di data anteriore, questi sono generalmente stati assemblati in epoca più recente con singoli pezzi realizzati nello stesso stile o in stili simili. Solo a partire dal XIX secolo si tende ad aggiungere una caffettiera dello stesso disegno e modello.

Le caffettiere ad "urna" o a "vaso" (in voga verso la fine del XVIII secolo) sono accompagnate dalle teiera a "tamburo", unitamente a una zuccheriera a cestello con manico ed una lattiera ad elmetto (dapprima con piedistallo e poi a fondo piatto). Occasionalmente, a partire dal 1810 si possono trovare servizi completi di bollitore, ma è solo verso i 1850, in piena era vittoriana, che l’abitudine del tè pomeridiano raggiunge il suo apice e vengono prodotti servizi di 6 pezzi che prevedono anche un bollitore per l’acqua ed una ciotola per raccogliere gli avanzi (waste bowl). In questa epoca i modelli risentono pesantemente del gusto vittoriano e dei continui revival stilistici e la maggior parte dei servizi sono decorati con motivi naturalistici e rococò (vedi i revival del XIX secolo). I servizi da tè seguono la moda e l’evoluzione stilistica delle teiere e delle caffettiere: si producono quindi servizi in stile neogotico, giapponese, neoclassico, Regina Anna, di influenza indiana (con segni zodiacali come decorazioni). I revival tuttavia non sono sempre rispettosi dei modelli e delle forme originali e questo appare evidente soprattutto nei servizi da tè e caffè: ad esempio nel revival del 1870 della tecnica di incisione a bright cut e del modello di teiera a "tamburo" soltanto questa è riprodotta in maniera conforme all’originale, mentre la caffettiera, la lattiera e la zuccheriera assumono anch’esse la forma a "tamburo", modelli che non esistevano alla fine del XVIII secolo; ancora, nel revival di inizio 900 delle tipiche lattiere e zuccheriere irlandesi del XVIII secolo, compaiono teiere e bollitori a loro ispirate, ma del tutto inesistenti nel 700.

Buoni servizi di ottima consistenza e di design innovativo vengono prodotti all’inizio del XX secolo sotto l’influenza del movimento Arts & Crafts prima (in stile celtico o comunque ottime riproduzioni di modelli di alta epoca) e dell’Art Decò dopo.

Un buon esercizio per i collezionisti e quello di mettere assieme un servizio completo di alta epoca (fino al 1820), cercando di reperire sul mercato pezzi simili.

Servizio da tè in stile neoclassico, assemblato con 4 pezzi diversi, Peter, Ann & William Bateman, Londra 1800 (gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Servizio da caffè in stile neoclassico, Richard Sibley, 1802-1807 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Servizio da tè in stile "regency", Charles Fox II, Londra 1823 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

Servizio da tè a "melone", John & Joseph Angell (zuccheriera) e R. Pearce & G. Burrows (teiera e lattiera), Londra 1834-1836 (Collezione Privata)

Servizio 5 pezzi, Londra 1836- 1860 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Servizio 4 pezzi in stile neo rococò, Barnards, Londra 1854-56 (Gentile concessione Argentum The Leopard Head Richard Gould Antiques)

Servizio 4 pezzi con incisioni a bright cut, Robert Hennell, Londra 1874 

Servizio da tè da scapolo in stile "Regina Anna", Edward Hutton, Londra 1886 (Collezione Privata)

Servizio 4 pezzi in stle "Art Decò", Edward Vogel, Sheffield 1934-1939 (gentile concessione Chancery Lane Antiques)

Servizio da tè in stile "Art Decò", Walker & Hall, Sheffield 1935 (Gentile concessione Daniel Bexfield Antiques)

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