Quando
si uniscono due requisiti
tipicamente inglesi, quali
l’abitudine del tè e
l’amore per l’argenteria,
risulta subito evidente come le
teiere ed i vari accessori
collegati (zuccheriere, lattiere
e scatolette per il tè), siano
tra gli oggetti più squisiti e
tipici che gli argentieri
inglesi abbiano prodotto. A
questi, per omogeneità di
trattazione, aggiungeremo le
caffettiere e le cioccolatiere,
molto più rare delle teiere e
particolarmente ricercate dai
collezionisti.
Teiere
La
prima documentazione
dell’introduzione del tè in
Inghilterra risale al 1658, ma
si deve attendere il 1664 prima
che la East India Company ne
facesse dono promozionale a
Carlo II. Il tè era all’epoca
usato principalmente come
bevanda medicinale ed il suo
costo era proibitivo. Solo
intorno al 1720, con
l’incremento
dell’importazione, il tè
raggiunge costi tali da poter
essere appannaggio non solo
della nobiltà, ma anche delle
classi sociali più agiate.
La
teiera più antica che si
conosca data il 1670 ed è ora
conservata nella Silver Gallery
del Victorian & Albert
Museun di Londra. Ha impresso lo
stemma della East India Company
ed è solo a causa di
un’iscrizione che parla
espressamente di
"teiera" che sia stata
classificata come tale. In
effetti la sua forma è molto
simile a quella delle
caffettiere in uso un decennio
più tardi e prodotte in periodo
Regina Anna e Giorgio I: il loro
modello era ricavato dai tankard
per la birra, di forma tronco
conica con la parte più ampia
alla base, con un beccuccio
diritto e poco aggraziato, un
coperchio conico o a cupola ed
un manico in legno di rosa, di
albero da frutto o ebano,
solitamente posizionato ad
angolo retto rispetto al
beccuccio.
Le
teiere prodotte durante il regno
della Regina Anna (1702-1714)
sono molto rare ed ancora di
limitata capacità in
considerazione dell’elevato
prezzo del tè. Il modello in
voga nei periodi Regina Anna e
Giorgio I era a forma di pera,
completamente priva di
decorazioni (a parte
l’eventuale stemma nobiliare)
tonda o poligonale, con
coperchio a cupola e con
beccuccio (solitamente
ottagonale) della caratteristica
forma a collo di cigno. Intorno
al 1730 diventano a forma di
pera rovesciata, forma che tende
ad esaltare le ricche
decorazioni rococò ben presto
prolificamente utilizzate. Dal
1725 è popolare, soprattutto in
Scozia, e lo resterà per gran
parte del XVIII e XIX secolo, il
cosiddetto modello a
"proiettile" o
"globulare", forma
praticamente sferica poggiante
su un piedistallo snello e
manico in argento isolato con
inserti di avorio. Questo
modello diverrà popolare fino
al 1745 anche in Inghilterra
dove però i manici sono sempre
in legno ed il piedistallo è più
basso ed accollato.
Il
modello più caratteristico nel
periodo neoclassico ed in
particolare dal 1770 fino alla
fine del secolo è la cosiddetta
teiera a "tamburo" di
forma circolare, ovale o
poligonale con fianchi diritti o
al massimo scanalati, base
piatta, e beccuccio diritto
(raramente curvo, almeno fino
alla fine del XVIII secolo) che,
essendo priva di piedini,
richiedeva l’uso di un vassoi
porta teiera (stand) per
evitare di rovinare i tavoli.
Spesso lo stand non è
contemporaneo alla teiera ma
differisce, se non nello stile,
nell’argentiere e nell’anno
di realizzazione, in quanto la
sua necessità non era subito
colta da tutti. Queste teiere
sono raramente lavorate a
sbalzo; più spesso sono lisce o
decorate con incisioni a
bright cut (vedi Tecniche
di lavorazione).
All’inizio
del XIX secolo la teiere
diventano più piatte e
panciute, senza decorazioni o
con incisioni a bright cut,
o, al massimo con la parte
inferiore decorata a costole,
tipica delle tazze a due manici
del periodo Regina Anna
(solitamente però le costole
sono diritte e non ritorte). I
manici sono ora molto più
spesso in argento isolato con
inserti in avorio e i beccucci
diritti diventano molto rari.
Occasionalmente, a partire dal
1805 compaiono i primi piedini
di forma sferica. Non rare in
questo periodo sono le
decorazioni a greca di
derivazione neoclassica.
Durante
il regno di Guglielmo IV
(1831-1836) si afferma la forma
cosiddetta "a melone"
o a "zucca", con
piedini costituiti da lamine
leggermente incurvate e decorate
con motivi floreali o
naturalistici, saldati a un
bordo che circonda la teiere a
dare l’impressione di uno stand.
Il pomello è quasi sempre di
forma di rosa o comunque
floreale o naturalistico. La
stessa forma resta in voga nel
primo periodo vittoriano, con
l’aggiunta di abbondanti
decorazioni in stile rococò.
Tipico
modello in voga a partire dalla
metà del XIX secolo è la
teiera di forma a pera ma con la
parte superiore molto svasata ed
aperta su cui poggia un ampio
coperchio. Poco più tardi,
negli anni ’60 del 1800, si
osserva un revival della
forma classica e minuta a pera
con manico in legno, quasi mai
liscia, ma con varie decorazioni
di moda come i motivi zodiacali
di ispirazione indiana. Negli
anni ’70 del 1800 ritorna di
moda la teiera a tamburo, anche
per il contemporaneo revival
della decorazione ad incisione
che trova un’applicazione
generalizzata a quasi tutti gli
oggetti di questo periodo. Più
rare sono le decorazioni in
stile cinese o giapponese. A
partire dal 1890 si osserva un revival
del cosiddetto stile
"Regina Anna": in
pratica, ben poco a che vedere
con i modelli in voga ad inizio
'700, ma piuttosto delle
riproduzioni di modelli con
scanalatura a mezzo corpo tipiche dell'inizio del XIX
secolo. Un tipico modello di
inizio del XX secolo è
realizzato con ampio colletto, a
bordo liscio o ondulato e
coperchio piuttosto piatto che
pare incavato nel corpo della
teiera.
Da
citare, ma alquanto difficili da
descrivere sinteticamente, sono
le forme innovative e moderniste
(a volte modelli unici)
introdotte dal 1880 al 1920
sotto l’influsso dell’Arts&Crafts
Movement e dell’Art Nouveau, e
più tardi dal 1920 al 1930
dall’Art Deco.
Riproduzione
della prima teiera conservata al
Vctoria & Albert Museum di
Londra, Sheffield 1912
Teiera
a "pera" Regina Anna,
Samuel Wastell, Londra 170
Teiera
a "pera
rovesciata",Gabriel Sleath
, Londra 1730 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Teiera
"globulare" o "a
proiettile", James Weemes,
Edinburgo 1738 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Teiera
a "pera rovesciata"
con decorazioni rococò, Thomas
Whipham, Londra 1759
Teiera
a "tamburo" con stand,
Henry Chawner, Londra, 1787
(Gentile concessione Argentum
The Leopard Head Richard Gould
Antiques)
Variante
di teiera a "Tamburo",
Robert Hennell, Londra 1799
Teiera
tardo neoclassica, Dublino 1808
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Teiera
in stile "Regency",
Paul Storr, Londra 1811
Teiera
con piedini a palla, T. Wallis
& J. Haynes, Londra, 1812 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Teiera
tardo georgiana, John Edward
Terrey, Londra, 1824 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Teiera
con decorazione neo rococò e
floreali,
William Bateman, Londra, 1831
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Teiera
a "melone", R. Pearce
& G. Burrous, Londra 1836
(collezione privata)
Teiera
a "pera", revival
vittoriano con con decorazioni
di ispirazione indiana, Richard
Sibley, Londra 1869
(collezione privata)
Teiera
con decorazione in stile
giapponese, J. Reid, Glasgow,
1872 (collezione privata)
Teiera
a costole, revival "Regina
Anna", Edward Hutton,
Londra 1886 (collezione privata)
Teiera
in stile "Art Nouveau",
Edward Hutton, Londra, 1892
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Teiera
"Art Nouveau", Asprey,
Chester 1908
^inizio
pagina
Caffettiere
Il
caffè arriva in Inghilterra
durante il Commonwealth
(1649-1660) e quindi prima
dell’introduzione del tè, ma
le credenze popolari sul nefasto
effetto di un suo uso continuo
(che trasformava in scimmie e
poi in pigmei), limitò
fortemente il suo consumo e
l’apertura di locali dove
poterlo acquistare o
semplicemente degustare.
La
prima caffettiera inglese
conosciuta (conservata nella
British Galery del Victoria
& Albert Museum di Londra)
data il 1681 ed è alta circa 25
cm, più bassa della citata
teiera del 1760, ma di forma
analoga (tronco conica con la
parte più ampia alla base,
beccuccio diritto, coperchio a
cupola e manico in argento
derivato dai tankard e
ricoperto di cuoio), ma con il
manico posto a 180° rispetto al
beccuccio. I modelli seguenti,
tuttavia, presenteranno il
manico a 90° rispetto al
beccuccio, almeno fino
all’epoca Giorgio II (circa
1730). Già ad inizio XVIII
secolo il beccuccio diviene a
collo di cigno. A cavallo tra il
XVII ed il XVIII secolo, vengono
comunque prodotti modelli a pera
o a balausto (che diverranno
nuovamente di moda nel terzo
quarto del 1700). Queste
caffettiere sono quasi sempre
lisce, ma alcune presentano
decorazioni di derivazione
olandese.
A
partire dal regno di Giorgio I
(1714-1727), le caffettiere
diventano più aggraziate con la
base leggermente stondata ed il
coperchio più piatto. Le
caffettiere restano immuni da
decorazioni "di moda"
per quasi tutto il XVIII secolo
(a parte il periodo Rococò, tra
il 1745 ed il 1760) e a volte la
sola decorazione che portano è
lo stemma nobiliare del
proprietario.
A
partire dal 1750 è abbastanza
comune la variante a brocca o hot
water jug, con becco corto e
largo accollato al corpo della
caffettiera. Alcuni modelli
presentano il coperchio molto
appiattito o addirittura
incavato.
A
cavallo tra XVIII e XIX secolo
compaiono le caffettiere ad
"urna" o
"vaso" sorrette da un
piedistallo circolare o
quadrato, liscio o sagomato, con
il coperchio poggiante su un
piccolo colletto. Nello stesso
periodo vengono prodotte
caffettiere a corpo ovoidale,
non molto dissimili da quelle ad
urna.
Nel
XVIII secolo i manici sono
sempre di legno o, più
raramente in lamina d’argento
isolata con cuoio o paglia di
fiume intrecciata; molto più
rari sono i manici completamente
in avorio, mentre l’uso di
manici in argento isolato con
inserti in avorio è documentato
solo a partire dal XIX secolo.
Nel primo decennio del XIX
secolo le caffettiere diventano
più panciute, più basse e
tozze e tendono ad assomigliare
sempre più a delle teiere;
nello stesso periodo è
possibile trovare dei sostegni
con fornelletto a spirito per
tenere in caldo il caffè.
Un
vero cambiamento nei modelli si
osserva a partire dal 1830 con
la prevalenza di forme a
balaustro, lisce, decorate con
motivi neo rococò e/o floreali
o a coste che ne coprono
l’intero corpo che tende a
volte ad assumere forme
poligonali ad angoli molto
smussati. I manici sono ora
quasi esclusivamente in argento
isolato con inserti d’avorio
ed i pomelli si trasformano in
vere e proprie riproduzioni di
fiori ed altri motivi
naturalistici. Nel 1840 la forma
a balaustro tende a divenire
ancora più panciuta nella parte
inferiore ed il piedistallo
viene sostituito da piedini in
lamina d’argento decorata che
danno l’impressione di uno stand
su cui poggia la caffettiera.
Intorno
al 1870 la forma a balaustro
tende alquanto a snellirsi
diventando a volte cilindrica e
si osserva un revival della
forma a "tamburo", a
volte liberamente interpretata e
poco conforme all’originale di
fine 1700, e solitamente incisa
a bright cut. A partire
dal 1890 si osserva un revival
del cosiddetto stile
"Regina Anna", in
pratica delle riproduzioni di
modelli neoclassici a vaso. Un
tipico modello di inizio del XX
secolo è la forma a vaso con
ampio colletto, a bordo liscio o
ondulato e coperchio piuttosto
piatto che pare incavato nel
corpo della caffettiera. Da
citare, ma alquanto difficili da
descrivere sinteticamente, sono
le forme innovative, moderniste
(a volte modelli unici)
introdotte dal 1880 al 1920
sotto l’influsso dell’Arts&Crafts
Movement e dell’Art Nouveau, e
più tardi dal 1920 al 1930
dall’Art Decò.
Prima
caffettiera conosciuta, (George
Garthorne ?), Londra 1681-2
(Victoria & Albert Museum)
Caffettiera
in stile Regina Anna, John
Fawdrey, Londra 1707 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head
Richard Gould Antiques)
Caffettiera
ottagonale in stile Regina Anna
o Giorgio I, William Fawder,
Londra 1719
Caffettiera
"Giorgio I", Nathaniel
Gulliver, Londra 1727 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Caffettiera
"Georgio I" con manico
a 90°, Thomas Morse, Londra
1727 (Gentile concessione
Argentum The Leopard Head
Richard Gould Antiques)
Caffettiera
"Giorgio I", con
stemma nobiliare, Edward Feline,
Londra 1733 (Gentile concessione
Daniel Bexfield Antiques)
Caffettiera
"Giorgio II" , Thomas
Whipam, Londra 1745 (Collezione
privata)
Caffettiera
"Giorgio II" con
motivi rococò, Humphrey Payne,
Londra 1750
Caffettiera
"Giorgio II", già
tendente alla forma a
"balaustro", John
Payne, Londra 1762
Caffettiera
in stile giorgio II, con
decorazioni rococò, Fuller
White, Londra 1762
Brocca
per l’acqua calda a forma di
tankard, con decorazioni
rococò,
William and James Priest, Londra
1765
Caffettiera
a "balaustro", Hester
Bateman, Londra 1781 (Gentile
concessione Chancery Lane
Antiques)
Brocca
per l’acqua calda a forma di
tankard, con decoro neoclassico,
John Schofield?, Londra 1781
(Collezione privata)
Brocca
per l’acqua calda a
"balaustro" con manico
isolato con paglia di fiume,
John King, Londra 1788
Brocca
per l’acqua calda a
"balaustro", John
Schofield, Londra 1789
Brocca
per l’acqua calda in stile
neoclassico a "vaso" ,
Charles Aldridge, Londra 1789
Caffettiera
neaclassica a "urna",
Daniel Pontifex, Londra 1803
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Caffettiera
neoclassica a "urna",
George Smith and Thomas Hayter,
Londra 1804
Caffettiera
in stile Regency, Paul Storr,
Londra 1814
Caffettiera
in stile Regency con motivi a
melone, Londra 1826
Caffettiera
irlandese, James Scriber,
Dublino, 1862 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Caffettiera
vittoriana con decoro a "flat
chasing", John Aldwinckle
& James Slater, per
Carrington & Co., Londra,
1880 (Collezione privata).
Caffettiera
revival neoclassico con
decorazioni ad incisione, Robert
Hennell, Londra 1874
Caffettiera
in stile Art Nouveau, G&S
Co. Ltd, Londra 1904
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pagina
Cioccolatiere
La
cioccolata è stata introdotta
in Inghilterra dall’India
attorno al 1657, ma l’uso di
consumarla restò sempre in
subordine a quello per il tè ed
il caffè, probabilmente anche a
causa dell’eccessiva
consistenza della bevanda.
Non
è sempre agevole distinguere le
caffettiere dalle cioccolatiere
in quanto le forme sono molto
simili. Non ha nessun fondamento
la convinzione di alcuni che le
cioccolatiere avessero il manico
posto a 90° rispetto al
beccuccio, dato che le prime
caffettiere erano fatte solo in
questo modo, e solo in epoche
recenti questo particolare
modello è stato dedicato
prevalentemente alle
cioccolatiere. La differenza più
rilevante è nella presenza di
un piccolo foro, generalmente
chiuso da un coperchietto, alla
sommità delle cioccolatiere
(solitamente al posto del
pomello del coperchio), che
permetteva l’introduzione di
un bastoncino di legno per
un’adeguata miscelazione della
cioccolata. In alcuni modelli il
pomello può essere
completamente asportato
lasciando un foro attraverso il
quale è possibile mescolare la
bevanda con una bacchetta.
^inizio
pagina
Samovar
e bollitori
I
bollitori per il tè (tea
Kettle) rappresentano una
naturale evoluzione della
teiera: di maggiori dimensioni,
sono provvisti di un fornelletto
a spirito per tenere il liquido
(tè o acqua) ben caldo. Sebbene
la loro produzione sia
documentata a partire dal 1687,
i primi esempi noti di bollitori
risalgono alla prima decade del
1700 (eseguiti da David Willaume,Simon
Pantin e da Antony Nelme).
Assomigliano molto alle teiere
contemporanee: nel primo quarto
del XVIII secolo sono a forma di
pera, tonda o sfaccettata;
diventano poi di forma globulare
(sferiche) e quindi a forma di
pera rovesciata. Il fornelletto
è sempre composto da una
supporto generalmente molto
lavorato e da un fornelletto a
spirito.
L’introduzione
dei samovar (tea urn),
che avviene attorno al 1760,
risponde a ragioni prettamente
sociali per la preparazione di
grandi quantità di tè e
servivano esclusivamente per
riscaldare l’acqua che poi
veniva utilizzata per la
preparazione della bevanda. I
primi modelli erano dotati di
fornelletto, ma ben presto
questi vengono sostituiti da uno
speciale contenitore interno
destinato ad alloggiare una
barra di ferro preventivamente
riscaldata a parte.
Sebbene
i modelli prodotti nel tempo
seguano le mode correnti,
raramente i samovar sono stati
realizzati per accompagnare
servizi di tè.
Bollitore
a "pera" sfaccettato,
Simon Pantin, Londra 1706
Bollitore
per il tè a "pera",
Londra 1725
Bollitore
a "pera rovesciata",
John Langlands, Newcastle 1755
(Gentile concessione Argentum
The Leopard Head Richard Gould
Antiques)
Samovar
ad "urna" di epoca
neoclassica con decorazioni a bright
cut, Londra 1780
Samovar
"ad urna" in stile
neoclassico, Robert and David
Hennell, London 1797 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Samovar
di periodo "regency"
di forma inusuale, Inghilterra
1815 (Gentile concessione
Argentum The Leopard Head
Richard Gould Antiques)
Bollitore
a "melone", Londra
1836 (Gentile concessione
Argentum The Leopard Head
Richard Gould Antiques)
^inizio
pagina
Lattiere
L’utilizzo
delle lattiere è tipicamente
inglese e risale all’epoca
della Regina Anna (1702-1713). I
primi esempi sono muniti di
coperchio, manico in legno posto
a 90° rispetto ad un piccolo
beccuccio accollato all’orlo e
poggiano su un piedistallo
circolare, assumendo di fatto la
forma di una piccola
caffettiera. Solo a partire dal
1720 compaiono lattiere di più
piccole dimensioni, tonde e più
raramente ottagonali, con manico
in argento e prive di coperchio.
Questa forma a
"caraffa" rimane in
voga fino a circa il 1735,
mentre lattiere con coperchio
munite di manico in legno e
poggianti su tre piedini vengono
occasionalmente prodotte e
dedicate al latte caldo, ma sono
comunque molto rare. Tra il 1735
ed il 1745 la forma diventa
ovoidale o a pera con manico a
doppia voluta e tre piedini
zoomorfi di sostegno. Di questa
epoca sono molto tipiche le
lattiere irlandesi nelle quali
la forma ovoidale è molto meno
accentuata ed i tre piedini
mostrano una maschera di leone
nella parte affrancata al corpo
della lattiera: molto spesso
sono decorate con motivi
floreali e bucolici quali
paesaggi, case ed animali che le
rendono inconfondibili. Questo
tipo di lattiera (e la relativa
zuccheriera) godrà di una nuova
stagione di popolarità in epoca
Edoardo VII (1901-1910). Molto
tipiche e rare sono le lattiere
a forma di mucca, introdotte da
Nicholas Sprimont e prodotte in
massima parte da John Schuppe,
tra il 1755 ed il 1775, e poi
abbondantemente riprodotte in
tarda epoca vittoriana (fine del
XIX secolo) in oggetti di
importazione tedesca.
Occasionalmente, nello stesso
periodo, vengono prodotte
lattiere simili a piccole
salsiere, ma solo verso il 1765
si osserva l’introduzione di
un nuovo modello, simile alle
lattiere ad uovo, ma più
svasate ed allungate nella parte
inferiore (che assume una forma
a goccia) e poggianti su
piedistallo ad imbuto
rovesciato. Molto spesso, e
considerato il periodo, queste
lattiere sono abbondantemente
decorate con motivi floreali,
naturalistici e, soprattutto,
rococò.
Verso
il 1790 diventano di moda le
lattiere ad "elmetto",
con lungo manico a singola
voluta e base circolare, spesso
poggiante su una seconda base
quadrata, di ispirazione
squisitamente neoclassica. La
sola decorazione presente su
questi oggetti, come nei coevi
cestelli per lo zucchero, è
l’incisione a bright cut.
Le lattiere ad elmetto
accompagnano nei primi servizi
da tè (che risalgono a questa
epoca) le teiere a tamburo, le
caffettiere ad urna e le
zuccheriere a cestello con
manico.
All’inizio
del XIX secolo le lattiere ad
elmetto perdono la forma a urna
per assumere, nella parte
inferiore, le fattezze di un
piccolo barilotto con base
completamente piatta. Subito
dopo la forma diviene più bassa
ed il manico più fine e più
contenuto in altezza. Nel corso
del XIX secolo le lattiere
seguono la linea evolutiva ed
assumono le stesse decorazioni
delle teiere, diventando più
basse e panciute. Verso il 1870
con il revival delle teiere a
tamburo, vengono prodotti
servizi da tè dove lattiera e
zuccheriera assumono la stessa
forma della teiere, in netto
contrasto con le forme
originali. Nel periodo
dell’art nouveau e dell’art
decò le lattire assumono le
stesse forme moderniste ed
innovative delle teiere e delle
caffettiere.
Cremiara,
Londra 1747
Cremiera,
Londra 1753
Cremiera
con decoro "chinoserie",
Londra 1756 (Gentile concessione
Daniel Bexfield Antiques)
Cremiera
a "balaustro", Londra
1764
Cremiera
con decoro floreale e cartuccia
rococò, William Cripps, Londra
1764
Cremiera
con motivi rococò e floreali,
Londra 1767
Cremiera,
Thomas Shepherd, Londra 1773
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera
a "balaustro", Hester
Bateman, Londra 1779 (Gentile
concessione Chancery Lane
Antiques)
Creniera,
londra 1780
Cremiera
ad "elmetto", J.
Langlands I and J. Robertson I,
Newcastle 1780 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Cremiera
a "urna" in stile
neoclassico, Londra 1782
Cremiera,Thomas
Shepherd, Londra 1788
Cremiera
a "tamburo", modello
inusuale in questo periodo,
William Vincent, Londra 1790
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera
ad "elmetto", Peter
and Ann Bateman, Londra 1794
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera,
Alexander Field, Londra 1796
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera,
Ann Robertson, Newcastle 1800
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera,
P. Cunningham, Edimburgon 1802
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera,
Peter and William Bateman,
Londra 1805 (Gentile concessione
Daniel Bexfield Antiques)
Cremiera,
Daniel Egan, Dublino 1813
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera
per il latte caldo con coperchio
e manico isolato (decoro
neo-rococò), Dublino 1817
Cremiera
in stile "Regina
Anna", Paul Storr, Londra
1819 (Gentile concessione
Chancery Lane Antiques)
Cremiera
in stile "Regency",
Paul Storr, Londra 1826
(Gentile concessione Daniel
Bexfield Antiques)
Cremiera
e zuccheriera revival dei
modelli in voga attorno al 1750.
Dublino 1905 (collezione privata)
^inizio
pagina
Zuccheriere
ed accessori
L’uso
dello zucchero in Inghilterra
diventa consistente solo dopo
l’introduzione del tè e,
conseguentemente, le prime
zuccheriere risalgono
all’epoca di Guglielmo III
(1695-1702). Per la verità
esistono rari modelli, prodotti
già dalla restaurazione della
monarchia (1660), a forma di
cofanetto con chiusura a
spinetta e corti piedini, spesso
corredati da un cucchiaino, ma
non è mai stato pienamente
provato il loro uso come
zuccheriere.
Già
dai primi anni del XVIII secolo
le zuccheriere
assumono forma semisferica (a
volte a sfaccettatura
ottagonale), base corta e
rotonda: sono quasi sempre con
coperchio e sprovviste di
manici. Spesso queste
zuccheriere sono parte di
servizi da toilette in
quanto il tè veniva consumato
in camera da letto. Attorno al
1730-1735 il coperchio assume le
sembianze di una seconda ciotola
più svasate e meno profonda, da
utilizzarsi, una volta
rovesciata, come piattino o
porta cucchiaini. Nel 1710 sono
abbastanza comuni le cosiddette
scatole per lo zucchero, a forma
bombata e/o sfaccettata,
poggianti su un’ampia base e
munite di coperchio. Dal 1735
compaiono zuccheriere di capacità
maggiore a forma semisferica
svasata al bordo e base
circolare a volte appena
accennata. Le decorazioni
interessano sia il corpo (ampie
scanalature) che il bordo
decorato a flat chasing
(vedi tecniche
di realizzazione).
Occasionalmente, ma solo in
Scozia compaiono nella stessa
epoca zuccheriere a palla con
coperchio che fanno pendant
con le popolari teiere a bulbo o
proiettile. Attorno al 1750
acquistano tre piedini e con il
tempo la loro forma tende ad
avvicinarsi a quella della
teiera che le accompagna. La
variante irlandese (che
accompagna le già descritte
lattiere) presenta decorazioni
floreali e bucoliche con piedini
ornati da teste di leone.
Un
alternativa alla zuccheriera è
il cestello per lo zucchero con
manico mobile che conosce una
notevole popolarità attorno al
1770. La forma circolare ricorda
molto spesso i più ampi
cestelli per il pane o per i
dolci. E’ spesso traforato,
riccamente decorato con motivi
ad intreccio o motivi
neoclassici, ottenuti a sbalzo o
incisi a bright cut
(vedi tecniche
di realizzazione), ed
alloggia un contenitore in vetro
al cobalto. Non è raro trovare
coppie di cestelli, di
dimensioni diverse: il più
grande era destinato allo
zucchero mentre il più piccolo
(sovente con parti lavorate con
funzione di beccuccio) serviva
come lattiera. Esistono molte
varianti di questo modello tra
cui la forma ovale, popolare
soprattutto verso la fine del
XVIII secolo, le forma a tino, a
bicchiere ed a secchio; modelli
di forma ottagonale e senza
manico. Un revival dei
cestelli per lo zucchero si avrà
durante l’intera epoca
vittoriana (1837-1900), con
riproduzioni quasi perfette
degli esemplari originali o
riccamente ed inconfondibilmente
decorati con abbondanti e
vistose decorazioni
naturalistiche. Un modello del
tutto particolare di zuccheriere
accompagnava le due scatolette
per il tè a partire dal 1745
circa. Questa, sempre che
l’utilizzo effettivo fosse
quello di zuccheriera, cosa non
del tutto certa, era costituita
da una parte inferiore simile
nel modello alle teiere
contemporanee (o a urna in epoca
neoclassica) con un alto
coperchio solitamente munito di
pomello.
Le
zuccheriere dei primi servizi da
tè (che compaiono attorno al
1790) sono eccezionalmente
grandi, spesso di dimensioni
paragonabili alla teiera. Questo
è dovuto al fatto che lo
zucchero era poco raffinato e ne
serviva una grande quantità per
addolcire il tè. Nel corso del
XIX secolo la forma delle
zuccheriere segue da vicino i
modelli delle teiere e delle
caffettiere, diventando più
basse ed ampie e spesso
addizionate di manici. A
partire dalla metà del XVIII
secolo l’utilizzo del
coperchio cade in disuso.
Nel
periodo dell’Art Nouveau e
dell’Art Decò le zuccheriere
assumono le stesse forme
moderniste ed innovative delle
teiere e delle caffettiere.
Occorre
tenere presente che lo zucchero
era per lo più servito in
zollette e per questo motivo non
esistono veri e propri
cucchiaini che accompagnano le
zuccheriere. Le zollette erano
prelevate dalla zuccheriera con
una pinza (i primi modelli erano
a forbice, mentre a partire dal
terzo quarto del XVIII secolo si
è diffuso il modello a molla),
i cui modelli sono molto poco
variati nel tempo. In
particolare le pinze a molla,
più che accompagnare
stilisticamente le zuccheriere,
erano realizzate nei modelli
classici della posateria ed
erano abbinate ai cucchiaini per
il tè (vedi La
tavola da pranzo e le libagioni).
Zuccheriera con coperchio rovescabile, Edward Cornock, Londra 1731(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Zuccheriera con coperchio rovesciabile,Whipham and Williams, Londra 1761
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, Susanna Barke,
Londra 1770 (Gentile
concessione Chancery Lane
Antiques)
Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobaolto, Hester bateman, Londra 1777
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, Thomas Daniel, Londra 1784
Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Zuccheriera con motivi bucolici, Robert Breading, Dublino 1790
Zuccheriera in stile
"Regina Anna", Peter, Ann & William Bateman, Londra 1805
(Gentile
concessione Chancery Lane
Antiques)
Zuccheriera con decoro neoclasico di ispirazione
greca, J. Mc Kay, Edimburgo 1808
Zuccheriera con decoro floreale e cartuccia rococò,
Charles Marsh, Dublino 1817
Zuccheriera in stile
" neo- rococò", Charles Reilly & George
Storer, Londra 1840
Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, George Adams, Londra 1857
(Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Zuccheriera a cestello con corpo in vetro al cobalto, George Angell, Londra 1860
(Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Zuccheriera con piattino coordinato incisi a
bright cut, Sheffield
1871 (Collezione privata)
Zuccheriera con decoro
"giapponese", Londra 1879
Zuccheriera in stile
" Regina Anna", Londra 1885
(Collezione privata)
Zuccheriera in stile
" Art Nouveau", Henry Wilkinson & Co Ltd., Sheffield 1904
Zuccheriera
e cremiera revival dei
modelli in voga attorno al 1750.
Dublino 1905 (collezione privata)
Zuccheriera con decorazione celtica, Dublino 1924
Zuccheriera art
decò, Adie Brothers, Chester, 1930
(Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Pinze a forbice per lo zucchero, John Allen
II, Londra 1745 (Gentile
concessione di Daniel Bexfield
Antiques)
Pinze
a molla per lo zucchero, C.
Cummin, Dublino 1866 (Gentile
concessione di Daniel Bexfield
Antiques)
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pagina
Scatolette
per il tè
Le
scatolette per il tè (tea
caddy) sono state introdotte
durante il regno della Regina
Anna (1702-1713) ma manufatti di
questa epoca sono estremamente
rari e i più antichi risalgono
al regno di Giorgio I
(1714-1726). Il termine inglese caddy
ha origini orientali e deriva da
un’unità di misura (il kate,
equivalente a circa 500 g)
utilizzato nel commercio del tè.
I primi esempi sono di limitate
dimensioni in considerazione del
proibitivo prezzo del tè. I
primi modelli, prodotti
generalmente in coppia per
contenere le due qualità più
diffuse di tè (tè nero e tè
verde), erano muniti di un
pannello scorrevole per
agevolare l’introduzione del tè
e alcune erano rivestite
internamente di piombo (si
pensava che favorisse il
mantenimento della fragranza del
tè). La forma più comune era
rettangolare con o senza angoli
tagliati o, più raramente
ovale, munita di una solida base
e con la parte superiore a collo
di bottiglia chiusa da un
coperchio a forma di cupola che
serviva per dosare il tè. Più
tardi coperchio
diventa piano perdendo la
funzione di dosatore. Con
l’avvento del rococò,
compaiono scatolette per il tè
con pomello e decorazioni di
origine marina e di forma
bombata, anche se la forma
classica non viene del tutto
abbandonata. In questo periodo
diventano comuni set di 3
scatolette e non è certo se una
di queste, di forma simile alle
teiere contemporanee e con un
alto coperchio, servisse o meno
per lo zucchero. A partire dal
1750 anche le scatolette per il
tè tendono ad assomigliare
nella fattezza alle teiere
contemporanee. Dal 1755, accanto
alle immancabili decorazioni
rococò diventano molto comuni
le decorazioni a
"cineseria" di
ispirazione orientale, ma con
grande apporto di fantasia da
parte del disegnatore. La forme
più comuni sono quelle
rettangolare a base piatta, a
pera rovesciata con piedistallo
e la forma a spalla bombata con
base svasata poggiante su
quattro piedini. Fino a questa
data le scatolette prevedevano
un contenitore di legno
(generalmente di mogano)
provvisto di serratura a causa
dell’elevato costo del tè. A
partire dal 1770, accanto a
coppie di scatolette provviste
di contenitori decorati in
avorio, diventano comuni
scatolette singole munite di
serratura con chiave. Diventa
comune la forma a
"tamburo", circolare
od ovale, eventualmente con
sfaccettature e scanalature. Le
decorazioni di questo periodo,
se presenti, sono decisamente
neoclassiche incise a bright
cut. A partire dal XIX
secolo l’utilizzo delle
scatolette da tè va
inesorabilmente scemando tanto
che è estremamente difficile
trovarne di periodo vittoriano.
Riacquistano però popolarità
verso la fine del XIX secolo,
subendo l’influenza dei vari
movimenti revivalisti che
provoca la riedizioni di molti
dei modelli descritti, con
l’aggiunta delle decorazioni
di volta in volta più in voga.
Scatoletta per il tè, Howard Gibbon, Londra 1720
Scatoletta per il tè Samuel Taylor, Londra 1746
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Scatoletta per il tè
in rara forma a cestello, Thomas Watson, Newcastle 1780
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Scatoletta per il tè
in stile neoclassico, Fogelberg & Gilbert, Londra 1782
Scatoletta per il tè
in stile neoclassico, Thomas Chawner, Londra 1785
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Scatoletta per il tè
in stile neoclassico, Henry Chawner, Londra 1786
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Scatoletta per il tè
in stile neoclassico, Peter and Ann Bateman, Londra 1798
(Gentile
concessione Chancery Lane
Antiques)
Scatoletta per il tè
di rara forma a sferica, Emes, Londra 1801
(Gentile
concessione Chancery Lane
Antiques)
Scatoletta per il tè
in stile "Regency", Thomas Robbins, Londra 1805
(Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Scatoletta per il tè
con decoro a bright cut (rara
per il periodo), Harrison and
Howson, Sheffield 1857 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Scatoletta per il tè,
Thomas White, Londra 1888
Scatoletta per il
tè con decorazione "neo
rococò", Londra 1897
Scatoletta per il tè
di forma liscia e semplice, Birmingham 1899
Scatoletta per il tè in stile
"Regine Anna" con
decori rococò, James Dixon & Sons, Sheffield, 1900
(Collezione privata)
Scatoletta per il tè, George Unite & Sons, Birmingham 1916
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Cucchiaini
per dosare il tè
I
primi esempi di questi
ricercatissimi accessori datano
attorno al 1770 con una
produzione crescente fino alla
fine del XVIII secolo.
Similmente alle scatolette per
il tè che andarono fuori moda a
partire dall'inizio del XIX
secolo, anche i cucchiaini per
dosare il tè (tea caddy
spoons) subirono una forte
riduzione di produzione che
riprese solo attorno alla metà
dell'800. La loro popolarità
resterà legata all'uso delle
scatolette da tè.
La
manifattura più prolifica è
Birmingham, ed i modelli seguono
sostanzialmente quelli
classici della posateria (vedi La
tavola da pranzo e le libagioni),
anche se alcuni esemplari
risultano particolarmente
interessanti per il design
innovativo e la loro
originalità (es. a forma di
berretto da fantino, di foglia
d'uva o di tè, di conchiglia,
pesce, ali d'aquila, mano).
I
tea caddy spoons
rappresentano una delle area di
collezionismo più affermate
(esiste anche una associazione
di settore) e, di conseguenza,
una delle più difficoltose, sia
per gli elevati prezzi di
mercato di questi piccoli
oggetti che per la loro scarsa
reperibilità.
Cucchiaino dosatore per il tè a berretto, Joseph Taylor, Birmingham 1798
Cucchiaino dosatore per il tè, Cocks & Bettridge, Birmingham 1810
(Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Cucchiaino dosatore per il tè, William
Eato, Londra 1843 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Cucchiaino dosatore per il tè, George Unite, Birmingham 1848
(Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Cucchiaino per dosare il tè, Londta 1850
(Collezione privata)
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Servizi
da tè e caffè
I
primi servizi da tè, composti
da teiera, lattiera e
zuccheriera, coordinate tra
loro, sono databili attorno al
1785. Anche se esistono rari
esempi di servizi coordinati di
data anteriore, questi sono
generalmente stati assemblati in
epoca più recente con singoli
pezzi realizzati nello stesso
stile o in stili simili. Solo a
partire dal XIX secolo si tende
ad aggiungere una caffettiera
dello stesso disegno e modello.
Le
caffettiere ad "urna"
o a "vaso" (in voga
verso la fine del XVIII secolo)
sono accompagnate dalle teiera a
"tamburo", unitamente
a una zuccheriera a cestello con
manico ed una lattiera ad
elmetto (dapprima con
piedistallo e poi a fondo
piatto). Occasionalmente, a
partire dal 1810 si possono
trovare servizi completi di
bollitore, ma è solo verso i
1850, in piena era vittoriana,
che l’abitudine del tè
pomeridiano raggiunge il suo
apice e vengono prodotti servizi
di 6 pezzi che prevedono anche
un bollitore per l’acqua ed
una ciotola per raccogliere gli
avanzi (waste bowl). In
questa epoca i modelli risentono
pesantemente del gusto
vittoriano e dei continui revival
stilistici e la maggior parte
dei servizi sono decorati con
motivi naturalistici e rococò
(vedi i revival
del XIX secolo).
I servizi da tè seguono la moda
e l’evoluzione stilistica
delle teiere e delle
caffettiere: si producono quindi
servizi in stile neogotico,
giapponese, neoclassico, Regina
Anna, di influenza indiana (con
segni zodiacali come
decorazioni). I revival
tuttavia non sono sempre
rispettosi dei modelli e delle
forme originali e questo appare
evidente soprattutto nei servizi
da tè e caffè: ad esempio nel
revival del 1870 della tecnica
di incisione a bright cut
e del modello di teiera a
"tamburo" soltanto
questa è riprodotta in maniera
conforme all’originale, mentre
la caffettiera, la lattiera e la
zuccheriera assumono anch’esse
la forma a "tamburo",
modelli che non esistevano alla
fine del XVIII secolo; ancora,
nel revival di inizio 900 delle
tipiche lattiere e zuccheriere
irlandesi del XVIII secolo,
compaiono teiere e bollitori a
loro ispirate, ma del tutto
inesistenti nel 700.
Buoni
servizi di ottima consistenza e
di design innovativo
vengono prodotti all’inizio
del XX secolo sotto
l’influenza del movimento Arts
& Crafts prima (in stile
celtico o comunque ottime
riproduzioni di modelli di alta
epoca) e dell’Art Decò dopo.
Un
buon esercizio per i
collezionisti e quello di
mettere assieme un servizio
completo di alta epoca (fino al
1820), cercando di reperire sul
mercato pezzi simili.
Servizio da tè in stile neoclassico, assemblato con 4 pezzi diversi,
Peter, Ann & William
Bateman, Londra 1800 (gentile
concessione Chancery
Lane Antiques)
Servizio da caffè
in stile neoclassico, Richard
Sibley, 1802-1807 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Servizio da tè
in stile "regency", Charles Fox II, Londra 1823 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
Servizio da tè a
"melone", John & Joseph Angell (zuccheriera) e R. Pearce & G. Burrows (teiera e lattiera), Londra 1834-1836
(Collezione Privata)
Servizio
5 pezzi, Londra 1836- 1860 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Servizio 4
pezzi in stile neo rococò,
Barnards, Londra 1854-56 (Gentile
concessione Argentum The Leopard
Head Richard Gould Antiques)
Servizio 4 pezzi con incisioni a bright cut, Robert Hennell, Londra 1874
Servizio da tè da scapolo in stile
"Regina Anna", Edward Hutton, Londra 1886
(Collezione Privata)
Servizio 4 pezzi in stle
"Art Decò", Edward Vogel,
Sheffield 1934-1939 (gentile
concessione Chancery
Lane Antiques)
Servizio da tè
in stile "Art Decò", Walker & Hall,
Sheffield 1935 (Gentile
concessione Daniel Bexfield
Antiques)
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